Quando mi viene chiesto: dimmi un pò, come lo stai vivendo questo periodo particolare? Io, la maggior parte delle volte rispondo: Normalmente, anche perchè sono abituato a dover stare chiuso.
Ma... nonostante questa abitudine conclamata da anni, uno come me, patisce di meno la distanza e l'assenza fisica di quelle poche persone che ancora gli vogliono bene, secondo voi? Dovendo vivere una esistenza fatta tutta di sottrazione, perchè di tantissime e innumerevoli cose sono stato privato fin da quando sono venuto al mondo, non significa certo non provare emozioni ed essere indifferenti. Anzi, tutt'altro.
Anche io, ho paura. Di cosa? Che possano dimenticarsi di me, del mio volto, della mia voce, del suono del mio sorriso, che era sempre fortissimo e brillava tantissimo quando si accendeva in compagnia di qualcun altro.
Ora lasciate perdere il fatto che il volto e il sorriso si vedono lo stesso attraverso delle foto sui social, per me il contatto reale e umano non è sostituibile. Per niente. Mi sono sempre aggrappato al mondo virtuale, per cercare di comunicare una cosa molto semplice: Esisto, anch'io adesso per gli altri. Però... senza dimenticare mai, che la Vita Reale è ben altra cosa.
Infine, lo confesso: sono un pò spaventato: qualche anno fa dopo l'operazione ho dovuto ricominciare da zero, nel costruire i miei rapporti umani. Non è stato semplice, ma credo di esserci riuscito.
L'idea di dover nuovamente mettere in piedi i legami affettivi quando tutto questo finirà, mi preoccupa. Perchè... sarà complicato far tornare tutto come era prima, soprattutto per uno come me. Farlo di nuovo, farlo un'altra volta.
Forse potrò farcela anche stavolta, perchè sto sopravvivendo ad una pandemia, ma non so se e per quanto tempo ancora posso sopravvivere alla solitudine.
Che per uno come me, è come ricevere ogni giorno una coltellata in pieno petto!
Claudio Rimoli
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