La mattina alzarsi sempre prima del sole. Bisognava fare così perché la terra rossa, sotto i raggi del sole, diventava rovente ed era un’impresa riuscire a rimanere nei campi. Tornato a casa bisognava rivedere le attrezzature, le riserve di concime, gli anticrittogamici… Che vita d’inferno! Poi arrivava il momento di mettere su la pentola e tua moglie ti chiedeva cosa volevi mangiare: domanda inutile! Eri sempre stato una buona forchetta. Tuo figlio ti portava da firmare la pagella di scuola. Brontolavi un poco per quella insufficienza, ma aveva anche un solo buon voto, e tu ne approfittavi per fargli una carezza. Poi arrivò la vecchiaia. Nessuno più ti poteva chiedere di andare nei campi: non ce la facevi più. Nella rimessa non c’era più l’ape, la fresa, le riserve di materiale per curare le piante. Tuo figlio si era sposato ed era andato a vivere lontano lasciandoti da solo con la tua vecchietta. Ora ti chiedi se eri felice quando non avevi tempo nemmeno per respirare e ti rispondi che si: tu eri felice! Solo che non lo sapevi allora.
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