Aveva cominciato da zero. Adesso aveva messo su un’azienda che dava pane e lavoro ad una quarantina di persone. Si ricordava che, quando non era nessuno e non aveva niente, lo Stato cercava di dargli una mano, e gli pareva giusto pagare le tasse. Pensò che si poteva permettere una casa grande. Si costruì una grande villa, ma si pentì ben presto di averlo fatto. I vari governi avevano messo sulla casa tante di quelle tasse da fargli pensare di pagare un mutuo allo Stato. Qualcuno gli fece prendere degli appalti statali, anche se lui ne avrebbe fatto volentieri a meno. Lo Stato non pagava quello che gli doveva, ma le tasse le pretendeva tutte e subito, e non ammetteva “scuse” di nessun genere. Lui provò a far valere le sue ragioni, ma lo Stato gli rispose che le tasse le doveva pagare, mentre per i crediti che vantava lui, doveva aspettare. Ben presto, per i debiti accumulati con lo Stato, dovette chiudere e mettere per strada tutti i dipendenti. Dopo arrivò anche Equitalia a sequestrargli la villa. Uno Stato governato da incapaci lo aveva rovinato.
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