Era il primo dicembre 2019. Uscii presto da casa, nonostante il freddo per fare una commissione! Qualcuno arrivandomi da dietro mi chiamò sergente: chi poteva essere? La ragazza non poteva avere più di venti o venticinque anni e non potevo conoscerla. Le chiesi se stava parlando con me e mi rispose in un inconfondibile accento francese: tombola! L’ultima volta che sono stato in Francia era il 1990 ed avevo visto solo maschi, però quella era una ragazza: una gran bella ragazza! Ma quel caschetto di capelli ramati mi ricordava… No! Non poteva essere. Disse che era nata a Narbonne nel 1997: tombola e tabellone! Io quell’anno non sono mai uscito dalla Puglia. Ma quella smorfia che faceva per difendersi dalla pungente aria di tramontana… Eppure a Narbonne conoscevo… mi ripetevo che non poteva essere. La madre le arrivò da dietro: era la copia di sua figlia! Però escludevo che quella fosse figlia mia. Lei no, ma la sorella si: era mia figlia, e questa usciva da un passato che non avevo mai conosciuto, rubato da un destino infame.
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