Tutti parlavano bene di Nino. Dicevano che salutava tutti, che si fermava a chiacchierare anche con gli adulti dando risposte da grande, che esprimeva ideali e sogni per il futuro, ma il padre sapeva che non era così. In casa era sempre indolente, violento e nulla facente: dove li trovavano tanti lati positivi i paesani? A scuola si era fatto bocciare solo perché, lo aveva detto lui, si voleva prendere un anno sabbatico. Papà adesso era pensieroso. Che cosa avrebbe dovuto fare per aiutarlo ad avviarsi verso un futuro qualsiasi? Ma Nino lo voleva un futuro? Ultimamente si era messo a lavorare e papà sperò in un cambiamento. Poi una persona conosciuta si ammalò e, quel giorno, i medici avevano detto che gli mancava poco. Papà lo disse a Nino, e quello gli rispose che era giusto così; che quello era stato una pessima persona e che, adesso, stava pagando il pegno di una vita inutile. Che cuore di cimice aveva questo bel tomo! E che bel sostegno per la vecchiaia dei genitori si profilava! Ma per il popolo Nino era un bravo ragazzo.
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