Giovedì, 25 Aprile 2024

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I commissari ‘antimafia’ e il principe di salina, tre posti auto per un chiosco ed altro ancora

I commissari ‘antimafia’ e il principe di salina, tre posti auto per un chiosco ed altro ancora I commissari ‘antimafia’ e il principe di salina, tre posti auto per un chiosco ed altro ancora | © n.c.

Ricordiamo, con rassegnazione, che i commissari prefettizi resteranno in carica altri sei mesi, per ristabilire le regole della civile convivenza, della legge, della legalità e chi più ne ha più ne metta, nella nostra martoriata cittadina che, nonostante loro, è sempre più simile alla periferia di Caivano che a Ceglie Messapica, tanto per fare una facile comparazione virtuosa. Riceviamo in dono da lunghi periodi di cosiddetta ‘antimafia‘ l’esordio, a gamba tesa, dei commissari, in sede di conferenza di servizi sul depuratore, secondo i quali ‘nel 2018 i depuratori sono una questione di civiltà (ma va’?), il depuratore si deve fare e subito’ secondo l’ovvio pensiero dei paladini della legalità ritrovata ; ricordiamo una inelegante querela a carico di una testata locale che aveva osato chiedere conto di alcune spese ritenute ‘allegre’ come suol dirsi da queste parti, seguita da una ancora peggiore polemica con una deputata della Repubblica Italiana, in nome della quale i nostri portano a casa il pane, rea, la deputata, di insistere sull’ottenere, invano, delucidazioni su queste spese, fatte -ça va sans dire, -con le tasse dei cittadini ‘sottoposti a tutela’ dalle terribili grinfie della mafia.

Ho sempre pensato, e ho avuto modo di dirlo direttamente all’interessato, che l’ex sindaco Roberto Massafra meriti i peggiori epiteti che si possano rivolgere ad un sindaco, ma che fosse capace, anche di mafia, proprio no… Semmai, la sua incapacità politica può aver favorito, come dire, l’assalto alla diligenza, ma almeno bisogna riconoscere all’ex sindaco di avere avuto una considerevole faccia tosta, non solo nella vicenda del depuratore, per cui è già passato di diritto alla storia, ma anche nel difendere l‘indifendibile, come per esempio il proposito della consorte di un ex sindaco di aprire uno stabilimento balneare nella Riserva Naturale della Salina. Non è chi non ricordi le allucinanti esternazioni e bugie circa i vincoli e il ‘favore’ del sindaco Massafra per questo tipo di imprenditoria ‘intorno’ ad una Riserva Naturale (in realtà nel bel mezzo), ma l’iter legale previsto consenti per lunghi anni alle associazioni a tutela del territorio di fronteggiare questo progetto.

Leggo oggi che il dirigente area tecnica, ingegnere Claudio Ferretti ha rilasciato alla moglie-imprenditrice di cui sopra (non quindi alla moglie dell'ingegnere, NdR), un Provvedimento Unico Autorizzatorio per un ‘CHIOSCO’ in località ‘Specchiarica’ (leggi Salina dei Monaci) per motivi di ‘pubblico interesse’, pubblico interesse ‘certificato’ dal Commissario Prefettizio in virtù della previsione, udite udite, di una torretta antincendio, dell’uso ‘pubblico’ del bagno, di tre ‘posti auto’ : uno per i Carabinieri, uno per il Direttore della Riserva, uno per i Pompieri. Inesistente nel progetto originario per cui era e forse è ancora, dopo 7 anni, in corso, la conferenza dei servizi, questo ‘interesse pubblico’ nasce inopinatamente, in coincidenza, ma è evidentemente un caso, dell’arrivo dei commissari prefettizi.

È possibile dunque che esso interesse pubblico ci sia sfuggito, e che i commissari prefettizi, gente che l ‘interesse pubblico’ lo mangia a colazione, lo abbiano colto laddove nessuno lo ha mai visto, nemmeno i proponenti stessi? Era questo nobile interesse forse poco ravvisabile, umiliato nell’ombra di una altra torretta antincendio già esistente e praticamente mai utilizzata? Si confondeva nella assoluta contiguità di una ampia e frequentata sosta camper con decine di bagni, tutti potenzialmente aperti al pubblico? O si nascondeva tra le altre auto in sosta proprio di fronte all’ingresso dell’area autorizzata ‘a chiosco’, dove insiste un pezzo della ampia litoranea poi chiusa, ottimo posteggio già esistente e soprattutto molto più pratico in caso di emergenza, che non le tre striscette bianche immaginiamo generosamente concesse dalla imprenditrice a pompieri e carabinieri all’interno della propria area privata’?

Di fatto, la dichiarazione di ‘interesse pubblico’ suggella e probabilmente è presupposto di tutti gli altri pareri favorevoli concessi senza colpo ferire da Forestale, Sovraintendenza (!), ASL, etc. etc., tra le quali, non poteva mancare quella del Direttore delle Riserve Alessandro Mariggiò, crediamo per puro caso, e sia detto senza ironia, messo anni addietro a ricoprire quel posto proprio dal marito della concessionaria del ‘chiosco’, quando quest’ultimo fu Sindaco. Se si può chiedere, ma non pretendere da certi ‘illuminati’ imprenditori di essere ‘etici’ nelle proprie mire espansionistiche e non rompere le ..uova nel paniere al fratino, ai fenicotteri ed a tutta la fauna selvatica di una riserva naturale, bisogna invece chiedere conto, e come, al Direttore delle Riserve di una gestione a tutto attenta, tranne che alla Riserva stessa, intesa come un unicum in cui dovrebbero essere tutelati ecosistemiche altrove potrebbero anche essere a rischio, ma non in una area vincolata e nata proprio con lo scopo di ‘riservarla’ da quello che accade su tutto il resto del territorio costiero e dell’entroterra manduriano, nel silenzio, tutto da ‘indagare’, degli organi di controllo e della magistratura, i comprensori scelti per essere tutelati integralmente ed assicurati per sempre alla propria unicità naturalistica e paesaggistica, diventano addirittura una attrattiva in più, un incentivo per le speculazioni di chi, non essendo pagato per tutelare, vigilare, migliorare la riserva, ovviamente si comporta come la stragrande maggioranza di chi investe soldi ed energie per avere il massimo tornaconto. Spetterebbe invece a lor signori nelle Sovraintendenza, all’’Ente Parchi e Riserve della Regione PUGLIA, alla Forestale, e, soprattutto , al responsabile diretto della gestione della Riserva ‘ Salina dei Monaci’, fare il proprio dovere che si concretizza nell’onorare il proprio ruolo e stipendio, senza stravolgerne la funzione con bizantinismi da basso impero quali le autorizzazioni ‘a condizione che’ o ‘salvo parere favorevole di altro Ente’ etc., laddove la condizione, rispetto all’impatto che si vorrebbe mitigare, è spesso ridicola , tipo : “usare colori tenui’ e materiali ‘ecocompatibili’,‘piantumazione con specie autoctone’ etc. , come se fosse sufficiente il relativismo definitorio dei pareri positivi a mitigare la illegittimità di un’opera, come insegna per esempio la vicenda Punta PEROTTI, dove tutto aveva, tutti i pareri, madama- la -marchesa, ma tutto era, ciononostante madama- la -marchesa, assolutamente fuorilegge.

Questa storia ‘dell’interesse pubblico’ che di fatto aggira le normali procedure e quelle più restrittive imposte da tutti i vincoli possibili gravanti sull’area, questa faccenda così mestamente cettolaqualunquiana, ricorda anche toponomasticamente il Principe di ‘Salina’, nel cui contado occorreva che “ tutto cambi , affinché’ tutto resti com’è“: per la ‘Salina’ di Manduria, invece no, “tutto resti com’è” sarebbe addirittura un successo, invece tutto è anche peggio, se possibile, e sempre di più.

Alla luce di quanto sopra, la famosa frase urlata dal sindaco Minò il primo agosto a migliaia di persone, secondo la quale ‘i commissari prefettizi ora sono con noi!”, si rivela annunciatrice di uno scenario facilmente prevedibile: il ‘tavolo istituzionale’ invocato dal sindaco Minò (per dislocare?) il depuratore di Urmo ed evitare lo scarico ‘alla bisogna’ in bacino si risolverà nella magia di far uscire dal cilindro (di chi?) “una serie di vasche contigue al bacino di Torre Colimena, da costruire tutte intorno ad esso, dove stoccare eventualmente il troppo pieno ed evitare lo scarico diretto in mare…” Chi lo propone ‘informalmente’ al Sindaco? Ma almeno uno dei tre commissari, of course, ma siccome occorrerà anche il parere dei soliti di cui sopra (quelli del ‘chiosco di interesse pubblico’), siccome siamo nel pieno della Riserva Naturale Palude del Conte di cui è Direttore sempre l’ineffabile Mariggiò, che si dovrà esprimere sullo scarico con o senza vasche, in via Capruzzi e soprattutto in via Cognetti a Bari, Aqp, ditta Putignano ed Emiliano detto a Bari Zapeta’ se la stanno già facendo addosso, c’è da giurarci.

Avvocato Francesco DI Lauro per ‘Azzurro Ionio’, Associazione culturale di promozione ambientale.

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