Il professore non sapeva più che pesci pigliare. Nella sua classe erano tutti bravi ragazzi, presi uno alla volta, ma quegli atti di bullismo verso Nino li qualificavano per ragazzacci, se messi tutti insieme. La colpa era anche un po' di Nino che, invece di difendersi, andava a buttarsi nel folto della mischia, dove era fatto segno di ogni genere di abuso. Il professore cercò di farlo parlare di fronte al dirigente scolastico, ma Nino fece scena muta: come aiutarlo? Non era pensabile che fosse lui a intervenire! Poteva essere che lo stesso Nino gli si rivoltasse contro, magari dicendo che non si sentiva preso di mira, con conseguenze disastrose sulla sua carriera. Però aveva un modo per punire i bulli. Ognuno di quei bravi ragazzi si trovò la media abbassata, mentre Nino ebbe punteggio pieno. Era un modo di dimostrare che, quello che veniva tenuto per un essere insignificante, era meglio di tutti. La lezione non bastò ai bulli per farla finita ne a Nino per avere un moto di orgoglio, e il professore che poteva fare? Miracoli non ne sapeva fare.
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