Già, a volte qualche scappellotto quando necessario, affiancato alle cure amorevoli, rende i propri figli ragazzi educati, rispettosi e capaci di affrontare le quotidianità della vita. Ma oggi, il timore di trovarsi, con tutto il sacrosanto ruolo di genitore, additato ad un criminale se questo accade, pone un padre o una madre ad astenersi da tale comportamento educativo. Proponendosi magari come amico ed assecondando e permettendo comportamenti al di fuori delle regole. Il ruolo di genitore è il mestiere più antico e gravoso, ancor più oggi, in quanto l’attuale generazione genitoriale è quasi assente.
Vuoi per una crisi economica, che costringe entrambi a lavorare, vuoi ancor di più per una continua ed assidua vita virtuale impegnata tra i vari social network, che catturano in maniera subdola ma inesorabile, portando nel tempo, ad una costrizione psicologica. Ed è, forse per quest’ultima, che non si ha più tempo per occuparsi dei propri figli. Una passeggiata, un gioco, un dialogo, i compiti a casa, il loro primo amico e il primo innamoramento. Un sorriso o un pianto, diventa sempre un qualcosa di poco conto, da spostare in un secondo momento. Un momento bello della vita dei nostri figli, che a volte passa e non torna più.
Fernando Maria Maurizio Potenza
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