Del caso Stano a Manduria mi sto occupando ormai da più di due settimane. È inquietante, avvilente e indicibile quello che è successo. E non è facile raccontarlo. Come giornalista e come donna. Soprattutto nel rispetto della verità, così come ci impone la nostra professione. Quando accadono storie tremende come quella del povero Antonio Stano, nel nostro lavoro si sviluppano strane dinamiche. Si cerca di scavare, di approfondire il tessuto sociale, l’ambiente dove si verificano certi fatti, sperando di trovare la spiegazione, come in questo caso, di tanta insensata violenza.
La risposta vincente non c’è. Il bullismo è sempre esistito. In questo o in quel paese. A Manduria o a Bolzano. Ma bisogna fare attenzione a non generare il terrore parlando di vicende simili. Accadute realmente o addirittura inventate. Ora, e solo ora, vengono fuori tante persone percosse, aggredite, bullizzate, ovunque e a Manduria stessa. Dove, in verità, l’unico caso accertato, per ora è quello di Antonio Stano. Ed è già abbastanza. Sono sinceramente un po’ spaventata da tutto ciò. Buon fine settimana a tutti.
Filomena Rorro (Inviata di Chi l'ha visto?)
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