Venerdì, 19 Aprile 2024

La fede del sorriso

Oggi, terza domenica di quaresima

Oggi, terza domenica di quaresima Oggi, terza domenica di quaresima | © n.c.

Oggi, terza domenica di quaresima, la chiesa ci mette davanti il Vangelo di Lc 13,1-9. Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

Dal Vangelo secondo Luca. In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

L'albero di fico fa parte dei doni della terra promessa, la quale, al contrario del deserto arido e senza frutti, produce fichi e melograni (Dt 8,8; Nm 13,23). Insieme all'olivo e alla vite/vigna, è simbolo di abbondanza e di benessere. I fichi costituivano un importante alimento, sia appena raccolti che essiccati (1Sam 25,18; 30,12; Gdt 10,5). Il fico primaticcio è simbolo del popolo d'Israele amato dal suo Dio: «ebbi riguardo per i vostri padri, come per i primi fichi quando iniziano a maturare» (cfr. Os 9,10). I fichi sono offerti al Signore come primizia del raccolto (cfr. Dt 26,2-11). L'albero di fico rappresenta, per questo, il popolo di Dio che, rispondendo al suo amore, produce frutti abbondanti. Il primo libro dei Re (1 Re 5,5) narra la prosperità del popolo d'Israele al tempo del re Salomone con l'immagine del fico: «Giuda e Israele erano al sicuro; ognuno stava sotto la propria vite e sotto il proprio fico - da Dan fino a Bersabea – per tutta la vita di Salomone» (1 Re 5,5; cfr. Mi 4,4; 1Mac 14,12 ).

Nel giorno della salvezza «ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vigna e sotto il suo fico» (cfr. Zc 3,10). Lo 'stare seduti sotto l'albero di fichi' , frequente nei testi biblici, è simbolo della pace messianica che scaturisce dalla fedeltà all'alleanza con Dio. Quando essa manca subentra il peccato e anche la guerra. Per questo l'infedeltà all'alleanza è indicata con l'immagine del fico spoglio e secco. «Essi hanno rigettato la parola del Signore... non c'è più uva nella vigna né frutti sui fichi; anche le foglie sono avvizzite» ( cfr. Ger 8,13; Gl 1,7). Gesù pure, nel Nuovo Testamento, usa il simbolo del fico spoglio e senza frutti per richiamare il popolo alla conversione dal peccato, che aveva deluso le attese di Dio e reso infecondo (Mt 21,18-22; Mc 11,12-14.20-25; Lc 13,6-9). In Matteo e Marco la mancanza di frutti provoca la maledizione. Nel vangelo di Luca, che evidenzia la misericordia di Dio, la mancanza dei frutti non provoca, invece, la maledizione. Grazie alle cure del vignaiolo, prevale una nuova attesa di conversione. «Ma quegli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai"» (Lc 13,6-9). Il fico è anche una pianta medicinale (cfr. 2 Re 20,1b): il re Ezechia guarì attraverso un «impiastro di fichi, applicato sull'ulcera» (cfr. 2 Re 20,7; Is 38,21). 'Stare sotto il fico' oltre a essere segno di pace e benessere, nella tradizione rabbinica indica lo studio sincero della Torah, favorito dall'ombra prodotta dai rami e dalle foglie del fico, sotto i quali i rabbini sedevano. Nel vangelo di Giovanni, Gesù rivela a Natanaele di averlo visto sotto il fico (Gv 1,48-51), che può indicare il suo desiderio di verità. Gesù aggiunge che la sua ricerca sarà appagata se rimane con lui, alla sua sequela. • L'albero di fico appare, fin dalle prime pagine della Bibbia, nel racconto delle origini del peccato dell'umanità. Adamo ed Eva, dopo aver mangiato dell'albero di cui il Signore aveva comandato di non mangiare, accorgendosi di essere nudi «intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture» (cfr. Gen 3,7).

Il valore simbolico di questo gesto indica la ricerca umana di un rimedio, alquanto fragile e irrisorio, al peccato, indicato come 'nudità totale'. Perduta l'amicizia con Dio, si resero conto di essere creature umane fragili, che hanno bisogno di lui e mai possono occupare il suo posto. Il Signore, nella sua misericordia, li protegge 'vestendoli' con' tuniche di pelli' (Gen 3,21). Buona domenica di quaresima amici.

Joannes Del Sorriso

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