La mia vita lavorativa cominciò come pastore. Poi andai a fare il manovale perché si lavorava di meno, era più pulito, e si guadagnava di più. Un altro passettino, e mi misi a lavorare con la carovana. Quel giorno l’impresario era alle mie spalle mentre lavoravo cantando. La mia prima canzone, a Bellaria, fu “Stasera mi butto”, seguita da “Cuore matto”. Non imposi all’impresario nessun trattamento economico, ma, in quel periodo, vidi tanti di quei soldi quanti mai più nella mia vita. Intanto, chi mi conosceva e sapeva quello che ora facevo, diceva che, se lo facevo io, tutti potevano farlo e diventavano tutti cantanti. I rochi volevano competere con me, ma io avevo chi mi costruiva e andavo avanti come un treno. Solo il più forte dolore della mia vita mi fermò. Dopo ho avuto anche io una vita, ma non era quella che, chi mi voleva bene, cercava di costruire per me, ed io, da perfetto imbecille, stroncai. Ora sono vecchio e non è più tempo di sogni. La vita va avanti, io vado con lei, ma non lo so davvero dove mi porterà: deciderà il tempo.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.