Giovedì, 25 Aprile 2024

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»Quei poveri cavalli della festa a San Marzano, è ora di dire basta»

»Quei poveri cavalli della festa a San Marzano, è ora di dire basta» »Quei poveri cavalli della festa a San Marzano, è ora di dire basta» | © n.c.

La festa del patrono San Giuseppe a San Marzano è un evento unico e suggestivo di folklore. Quello che desta ancora perplessità, nonostante le conquiste degli amanti degli animali recepite nel corso degli anni anche se a fatica, è il sovraccarico disumano che i cavalli devono sopportare per alcuni kilometri in onore del Santo. Stracarichi fino all’incredibile, i murgesi ed altri cavalli devono trainare carri sommersi di fascine di tralci d’olivo, verdi, a volte zuppe di pioggia quindi pesanti il doppio ed il triplo, per alimentare la ‘focara’, il falò in onore del patrono.

Non ci sogniamo nemmeno di stigmatizzare questa manifestazione, che anzi invito tutti a vedere almeno una volta nella vita, ma è un vero peccato che la istanza principale fatta dal sottoscritto a nome di alcune associazioni animaliste in sede di conferenza dei servizi, e cioè caricare i carri a volume e non a peso, lasciandoli vuoti all’interno, viene del tutto snobbata da Sindaco ed associazioni di carrettieri, che pur sono legati ai propri animali da un vincolo antico. Una soluzione che permetterebbe a tutti, proprio tutti, di essere contenti e godere di uno spettacolo unico che può rinnovare il legame uomo- animali all’insegna del rispetto e non dello sfruttamento folkloristico, a patto però di mettere in pratica davvero quello che ogni anno viene proposto e puntualmente disatteso: cosa costa portare gran parte delle fascine alla ‘focara’ con mezzi meccanici, e poi far sfilare i carri, che conservano la stessa spettacolarità di carico ma non la stessa nocività per le bestie, caricandoli a volume? (cioè grandi quanto ora, ma vuoti all’interno) Si eliminerebbe il 50/ 60 % dello sforzo per i cavalli, senza minimamente alterare lo spettacolo.

È ora di fare sul serio, sindaco di San Marzano, piuttosto che fare il pesce in barile convocando la conferenza di servizi con le Associazioni due giorni prima dell’evento(!), quando cioè non si può mettere in pratica un bel niente di quanto deciso. Non ci si lamenti poi se qualcuno spara a zero su tutta questa bella manifestazione, magari rovinandone l’immagine a livello nazionale, ed ingenerando conflitti che dovrebbero essere armonizzati da una amministrazione intelligente, non da passive ed incapaci politiche di consenso alla ‘Cetto La Qualunque’. Gettare in pasto questa fantastica manifestazione al tritacarne mediatico di un animalismo a volte talebano e modaiolo, magari per finalità del tutto estranee all’amore per gli animali, è tentazione di molti, ma a fronte delle sue ‘furbate’ dilatorie, se accade, poi non si dia la colpa a noi...: sono anni che glielo diciamo.

Francesco Di Lauro

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