Dopo la sentenza del Gup di Lecce che ha largamente smontato l’impostazione accusatoria da cui ha preso origine lo scioglimento del Comune di Manduria per mafia, non resta che augurarsi che il Tar del Lazio faccia giustizia di un provvedimento ministeriale spropositato. A questo punto l’unico elemento di presunto collegamento tra l’Amministrazione e la criminalità organizzata sarebbe un assessore rimasto in carica otto mesi.
Come si può credere che abbia potuto condizionare, ove in ipotesi ritenuto definitivamente colpevole, quattro anni e mezzo di amministrazione? Ed il cosiddetto boss in qual modo avrebbe avuto il “Comune in mano”, come si vantava nelle intercettazioni, senza un solo uomo in giunta? Chissà se qualche sentenza risponderà mai a questi interrogativi!
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