Un altro anno è passato con tutti i dolori, i buoni propositi per l’anno nuovo, i rimpianti e le tante ferite del passato che si riaprono. Ora ho una famiglia vera, ma come dimenticare quando, molti anni fa, sognavo accanto a te un mondo impossibile da trovare? Tu prendevi tra le tue manine la mia testa e la scuotevi dicendo di mischiare e ricominciare, che la vita continuava. Ora avrei bisogno della tua ferma dolcezza, ma tu non ci sei più. Avrei bisogno di te che, quando lamentavo un malanno, mi consigliavi di tenere il segreto perché “se lo veniva a sapere il cuore erano guai”. La voglia di sentirti ancora una volta spronarmi, spingermi a tentare anche l’impossibile, a non arrendermi mai, è fortissima, ma come te c’eri tu sola. Tu trovavi sempre un argomento che mi facesse tornare ad amare la vita, ma quel giorno lontano perdesti la tua ed io persi la voglia di vivere. Ora sono vecchio ed ho moglie, figli e qualche nipote, ma ho tirato a campare: non si può dire vita quello che ho fatto fino a questo momento, e me ne vergogno un po’.
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