Carissimi amici e lettori della Voce di Manduria, quest'oggi voglio scrivere un breve pensiero personale sul giovane giornalista italiano rimasto vittima dell'attentato di Strasburgo, Antonio Megalizzi. Un ragazzo dalla grande voglia di fare, un ragazzo dalla grande apertura verso gli altri, un ragazzo innamorato dell'Europa, un ragazzo dal grande futuro. Che è stato interrotto, spezzato, spazzato via. Per sempre. Una tragedia di questo tipo, quando coinvolge una giovane vita, è sempre molto difficile da accettare. Antonio Megalizzi, rappresentava una speranza positiva per avere un futuro migliore. Fatto di giovani che non si piangono addosso, ma che lottano e faticano per avere quello che hanno. Una generazione sorridente che si costruisce da sola e sa bene quel che vuole. Il tipo di giovani, che piace tanto a me. E che mi piacerebbe tanto trovare, anche nel mio sperduto paese. Ma qui, l'apertura verso gli altri è sempre inesistente, se non soltanto a parole.
Questa però, è un'altra storia. Antonio Megalizzi, è un modello che bisogna prendere come esempio, se vogliamo essere migliori di quello che siamo adesso. Probabilmente lui incarnava anche quel tipo di Amico che tutti quanti noi vorremmo avere accanto. In una sola settimana, siamo passati a parlare da Sfera Ebbasta ad Antonio Megalizzi. La differenza credo sia enorme, non devo certo sottolinearla io. Però, mi sono permesso di fare questo parallelo tra i due perchè a mio avviso alcuni giovani di oggi hanno tutte le carte in regola, per essere diversi da quello che invece viene spesso raccontato. Non tutti aspettiamo il reddito di cittadinanza per non fare nulla, aspettiamo invece di avere le possibilità necessarie per poter fare qualcosa e mettere in mostra il nostro talento. Esattamente nella maniera in cui, lo faceva Antonio. Tra il giornalismo e la radio. Siamo qui, che scalpitiamo. Basta notarci ed accorgersi di Noi. Il futuro è nelle nostre mani, come lo era nelle mani di Antonio. Non facciamocelo togliere e portare via come hanno fatto con lui. La speranza è l'unica cosa che ci resta. Coltiviamola, sempre!
Claudio Rimoli
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