Ormai l’estate si poteva dire finita. Molti iniziavano la villeggiatura proprio in questo momento. Nino si godeva il debole solicino di settembre, quando da vicino casa sua passò un tizio vestito di nero, con uno strano cappello e due treccine che gli pendevano ai lati della testa. Il suo amico Assuan gli disse che quello era un rabbi ebraico; quello che vedeva erano i simboli della sua religione. Non si rendeva conto Assuan che anche lui aveva la barba lunga, il copricapo e la veste bianca simbolo della sua religione? Ma lui riteneva che la sua fosse l’unica religione giusta. Intanto dalla chiesa si levava la voce amplificata del prete che diceva messa. Dava fastidio con quelle sue litanie trite e ritrite, ma lui riteneva addirittura suo dovere rompere le palle al prossimo in nome di Dio, ma quale? Ne erano passati ben tre da vicino casa di Nino: il rabbi faceva parte di quella gente che massacra i palestinesi, Assuan faceva parte di quelli che si imbottiscono di tritolo e uccidono, il prete parlava sempre di carità ma non ne faceva mai.
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