Quanto vorrei rivedere la Manduria di tanti anni fa. Quando la mattina alle 5 il corso era trafficato da gente che andava a lavorare, ora lo vedi di gente che torna dalle discoteche. Quando ad ogni angolo c’era un cumulo di sabbia che serviva per fare dei lavori. Quando le sere d’estate ci si sedeva davanti casa per sbucciare le fave secche, con quel tintinnio che si sentiva ad ogni angolo di Manduria. Quando il telefonino di allora era tua madre con le mani ai fianchi che ti aspettava da ore. Quando per incontrarsi con gli amici avevi un punto prestabilito, cosa che al giorno d’oggi non vedo più. Si giocava a palline, con le figurine, in giro con le bici, a pallone e la classica nonnina che usciva da casa con la scopa perché facevamo rumore.E poi tutti alla fontana per rinfrescarsi e spruzzarsi l’acqua addosso, per poi tornare a casa ed essere sgridati dalla mamma perché tutti bagnati. Non mancava la classica battuta che “se ti ammali a scuola ci vai lo stesso”. Potrei restare a scrivere per ore a descrivere la nostra infanzia vissuta a Manduria, ma i tempi passano e Manduria cambia. Ciao Manduria mia.
Maurizio Silvano
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