Sei il mio compagno di giochi nella periferia di quella che fu Via Casaburi. Stai sognando che costruirai accanto alla casa di tuo padre la tua casa. Dici che farai due stalle, una per la giumenta e una per lo stallone. Poi farai… Non ho avuto modo di sapere se i tuoi sogni si sono avverati. Ma i miei sogni erano ancora più improbabili. Volevo arruolarmi nell’Esercito e diventare un eroe. Facendo il mio dovere salvai due bambini, la loro nonna e la madre che era impazzita per le conseguenze della disgrazia. Pertini, Zamberletti e Lagorio pensarono che mi spettava la medaglia d’oro: a me? Ero un soldato, avevo fatto il mio dovere: bah! Insieme alla medaglia c’era un assegno mensile: soldi! E non facevano male. In Libano seppi che nella valle della Bekaa i bambini morivano di sete. C’era un camion pieno di bottiglie d’acqua e le portai ai bambini rischiando, stavolta si, la pelle. Tornato alla base c’era il colonnello Bellinzona, il generale Angioni e un altro che mi appuntarono sul petto un’altra medaglia: tutto qui essere eroi? Come avevo sognato?
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