Sirinata s. f., serenata; si usava farle ancora negli anni ‘50 del sec. XX ai novelli sposi oppure alla fidanzata; nel primo caso era di prassi che a conclusione della serenata si facessero accomodare i suonatori ed offrire loro qualcosa: a ccasa ti sunaturi puerti li sirinati? Non si fanno proposte a chi la sa lunga.
Sirinata è il titolo di una poesia di M. Greco.
Sirraccu – sirracchi s. m., sega di circa due metri, usata dai muratori per segare i tufi.
Sirrajaru – i s. m., uccello che col suo canto imita lostridìo della lima. / Artigiano che costruiva o riparava le serrature. V. nzirraja.
Sirrari – sirrai – sirratu v. tr., segare.
Sirratina – i s. f., vento freddo di tramontana: faci na sirratina! Che freddo pungente!
Sirretta – i s. f., morso, degli animali da tiro: nci oli la sirretta! Ci vuole un freno! ( con riferimento al dilagante libertinaggio ). V. mmuccatura.
Sirrizzola – i s. f., dim. di serra, sega di piccole dimensioni.
Sirviettu – i s. m., tovagliolo: pija li sirvietti puliti, prendi i tovaglioli puliti.
Sirviziali s. m. inv. al pl., assistenza, atto dell’accudire una persona nei bisogni più intimi: l’aciu fattu puru lu sirviziali, l’ho persino accudito per i bisogni intimi.
Sirviziu – sirvezi s. m., servizio.
Sištimari - ( mi ) sištimai – sištimatu v. tr. e rifl., sistemare, sistemarsi.
Sitazzari – sitazzài – sitazzatu v. tr., setacciare, di farina.
Sitazzina s. f., setaccio a forma quadrata usato dai muratori per setacciare il tufo per l’impasto degli intonaci.
Sitazzu – idal volg. setaciu, s. m., setaccio per la farina.
Sìtici num. card., sedici; secondo la smorfia corrisponde al sedere.
Sitili s. m. inv. al pl., sedile.
Sittènzia – sittenzi s. f., maledizione: a minati tanti ti quiddi sittenzi ca … hai gettato tante maledizioni che …
Sittinziari – sittinziài – sittinziatu v. intr., decidere, presagire.
Sittinziatu – a agg., pl. inv. sittinziati, deciso: si ni enni sittinziatu, se ne venne deciso.
Situ s. m., agalassia epidemica: li pècuri tennu lu situ, le pecore sono affette da agalassia.
Siu s. m., grasso; c’era quello per ingrassare li scarpi crossi che i contadini calzavano per la campagna, e il grasso che serviva per lubrificare l’asse del traino o del biroccio.
Pietro Brunetti
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