Un libro scritto 43 anni fa e ora un film per raccontare gli orrori di un manicomio pediatrico, quello della Certosa di Collegno di Torino e più in generale di come venivano “curati” i cosiddetti pazzi prima della legge Basaglia.
Le foto
E’ quanto hanno potuto vedere giovedì 24 ottobre i torinesi alla presenza dell’autore del film, Marino Bronzino e del regista Claudio Zucchellini.
Il film è tratto dal libro-denuncia scritto nel 1976 da Alberto Papuzzi e Piera Piatti. Il titolo del libro “Portami su quello che canta” è ispirato a un episodio in cui lo psichiatra Giorgio Coda, vicedirettore dell’ospedale psichiatrico di Collegno e direttore di Villa Azzurra a Grugliasco, avrebbe sentito un paziente del manicomio cantare in cortile e avrebbe deciso di praticargli un “massaggio elettrico”, dicendo all’infermiere «portami su quello che canta».
E’ un eccezionale documento di come i matti, i malati “diversi” di cui non si capiva la malattia e quindi la cura, perdevano la titolarità di esseri umani e diventavano corpi da contenere e menti da “aggiustare” con le scariche elettrice.
Il libro prima e il film oggi raccontano la cronaca del processo che vide la condanna dello psichiatra Coda per maltrattamenti e falsità ideologica sui pazienti, pena mai scontata per amnistia (l’imputato era anche giudice onorario del Tribunale di minori), ma anche il resoconto fotografico di una eccezionale inchiesta giornalistica su cosa fossero gli ospedali psichiatrici di quegli anni.
Vedi il trailer del film
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