I carabinieri del Noe hanno effettuato una serie di perquisizioni e acquisizioni di documenti a Lecce, Melendugno, Roma e nel cantiere Tap di San Basilio (in località San Foca) nell'ambito di un'indagine partita la scorsa estate a seguito del rilevamento di agenti inquinanti superiori ai livelli consentiti nelle falde e nei terreni della zona del cantiere.
Nel fascicolo, aperto dalla procura di Lecce, si ipotizza il reato di effettuazione di nuovo scarico industriale di acque reflue non autorizzato, e sono indagati tre dirigenti Tap.
L’indagine è partita l'estate scorsa, dopo rilievi di Arpa e Noe che hanno rilevato nel terreno tracce di cromo esavalente, a seguito dei quali il sindaco di Melendugno Marco Potì ha presentato un esposto in procura.
Ieri sono scattate le acquisizioni documentali nelle sedi Tap e nella sede Sgs Italia (a Milano e a Villa Franca Padovana, rispettivamente sede amministrativa e dei laboratori) responsabili dei rilievi autonomi utilizzati dalla società che si occupa della costruzione del gasdotto Trans-Adriatico.
Secondo i dati denunciati dai responsabili dell'infrastruttura fino alla primavera del 2018, gli agenti inquinanti erano inferiori alla soglia consentita. Gli inquirenti stanno cercando di verificare se la società fosse, già allora, consapevole dei dati poi evidenziati dalle analisi dell'Arpa.
I tre iscritti sul fascicolo aperto dalla procura di Lecce sono Clara Risso, legale rappresentante di Tap Italia, Michele Elia, country manager della società e Gabriele Paolo Lanza project manager per l'Italia.
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