Giovedì, 25 Aprile 2024

Salento Puglia e mondo

Accolto il ricorso presentato da alcuni genitori rappresentati e difesi dall'avvocato Luisa Carpentieri del Codacons e dagli avvocati Alberto Pepe e Federico Pellegrino

Si ritorna in classe, il Tar ha anato l'ordinanza di Emiliano

Scuola Scuola | © Google

Il Tar Bari accoglie il decreto cautelare e sospende l’ordinanza di Emiliano: in Puglia si torna a scuola. La decisione dei giudici amministrativi di Bari è arrivata pochi minuti fa: accolto il ricorso presentato da alcuni genitori rappresentati e difesi dall'avvocato Luisa Carpentieri del Codacons e dagli avvocati Alberto Pepe e Federico Pellegrino i quali chiedevano la sospensione del dispositivo firmato lo scorso sabato dal governatore Michele Emiliano.

L'ordinanza prevedeva la didattica digitale integrata per tutte le scuole di ogni ordine e grado - dall'infanzia alle superiori - dal 22 febbraio e sino al 5 marzo. Le lezioni in presenza erano garantite, invece, per gli studenti Bes (con bisogni educativi speciali) e per i laboratori. Ai dirigenti scolastici, ancora, era stata affidata la decisione di ammettere o meno in classe alunni in presenza sino al 50%. Un dato quest’ultimo, secondo il Tar, in netto contrasto con quanto dichiarato dal Governo centrale, il quale, secondo dpcm del 14 gennaio 2021, prevede una presenza di almeno il 50% e fino a un massimo del 75% per le scuole secondarie di secondo grado (le Superiori) e totalmente in presenza per tutte le altre.

Decisione - quella dell'ultima ordinanza della Regione - aspramente contestata da famiglie degli studenti, comitati e organizzazioni di genitori che dallo scorso sabato denunciano caos e disagi e nelle ultime ore hanno dato vita a numerose manifestazioni di protesta in tutta la Puglia. Ma alcune famiglie, così come anche il Codacons Lecce, non si sono fermate alle polemiche e hanno deciso di impugnare l'arma del ricorso al Tar. E per la seconda volta nel giro di pochi mesi, i giudici amministrativi hanno dato ragione ai ricorrenti, "bocciando" l'ordinanza di Emiliano. "Il limite del 50 per cento - è detto nel provvedimento che porta la firma del presidente della Terza Sezione Orazio Ciliberti - è una soglia al di sotto della quale deve ritenersi non sufficientemente assolto, né garantito lo standard minimo dei servizi scolastici".

Ma c'è di più. Secondo i giudici amministrativi la Puglia "non motiva a sufficienza il sensibile scostamento dal livello nazionale di garanzia dell’assolvimento dei servizi scolastici", così come non convince e riferimento alla necessità di vaccinare tutti gli operatori scolastici che lo stesso Emiliano e l'assessore alla Salute Pier Luigi Lopalco avevano posto alla base della "chiusura" delle scuole per 15 giorni. "I tempi prevedibili e previsti di tale attuazione - non indicati dall’ordinanza, ma ricavabili da comunicati delle strutture sanitarie pubbliche e da univoche notizie di stampa - non sono affatto compatibili con la durata di pochi giorni dell’efficacia dell’ordinanza" si rimarca nel decreto. "Se l’esigenza fondamentale fosse quella dichiarata di consentire l'attuazione del piano vaccinale degli operatori scolastici, il provvedimento regionale impugnato dovrebbe essere prorogato o rinnovato per un periodo più lungo, la qual cosa non potrebbe che vanificare l’apporto didattico e formativo dell’anno scolastico 2020-2021 per alunni e studenti in Puglia, in violazione dei livelli essenziali di prestazione fissati dallo Stato".

L'udienza per la sospensiva è fissata al 17 marzo. Ma il provvedimento potrebbe essere superato da una nuova ordinanza della Regione.

«Già a partire da domani gli studenti pugliesi potranno riprendere la didattica in presenza in applicazione delle norme del Dpcm per le zone gialle - commenta l'avvocato del Codacons Luisa Carpentieri - Il Codacons di Lecce esprime grande soddisfazione per la decisione del Tar e ringrazia i numerosi Cittadini che con il loro contributo hanno sostenuto e reso possibile l’iniziativa giudiziaria a tutela del diritto alla salute e all’istruzione, a dispetto della violenta campagna denigratoria avviata da pochi soggetti nei confronti dei componenti dell’ufficio legale della nostra associazione».

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