L’ultima riunione degli irriducibili del «No depuratore sulla costa», avvenuta l’altro ieri venerdì 20 ad Avetrana, si tinge di giallo e si macchia di polemiche. Motivo: la presenza al tavolo dei relatori della consigliera regionale e coordinatrice provinciale di Forza Italia, Francesca Franzoso, unica rappresentante del territorio del Coniglio della Puglia presente, nonostante l’invito fosse stato allargato a tutti gli altri consiglieri. Così almeno ha sostenuto il sindaco di Avetrana, Antonio Minò, forzista pure lui, aprendo i lavori. Il giorno dopo, ieri mattina, a smentire il primo cittadino interviene il consigliere regionale manduriano, Luigi Morgante che, facendosi portavoce di tutti gli altri suoi colleghi che non erano intervenuti all’assemblea di Avetrana, smaschera la presunta menzogna. «Ho contatto telefonicamente i consiglieri regionali Giuseppe Turco, Donato Pentassuglia, Michele Mazzarano, Renato Perrini e Gianni Liviano – scrive Morgante - e mi hanno detto di non aver ricevuto alcun invito».
Per Morgante, inoltre, l’occasione è buona per introdursi nel dibattito della sera precedente facendo emergere le posizioni in merito al depuratore della sua rivale politica che sarebbero in contraddizione con il contesto in cui sono state riferite. «Questo significa – scrive Morgante - che Forza Italia accetta la linea del suo coordinatore provinciale di far iniziare subito i lavori del depuratore perché l’emergenza sanitaria di Sava non permette altre attese. Sulla delocalizzazione sostenuta dalla popolazione di Avetrana e da alcune associazioni di Manduria – conclude il politico manduriano -, non abbia preso alcun impegno alla riunione organizzata dal suo partito».
A rispondergli è la stessa Franzoso con una lettera indirizzata ai suoi sostenitori. «La mia posizione sul depuratore – afferma la coordinatrice forzista - è chiara da sempre. Io sono a favore dell’opera e ritengo davvero difficile, meglio impossibile che un lavoro aggiudicato con una gara pubblica nel 2014, che ha acquisito pareri e autorizzazioni da svariati enti, possa essere stravolto cambiando il sito della localizzazione, senza prevedere una nuova gara, con tutto ciò che ne consegue; per questo – aggiunge - non ho mai creduto ad una soluzione alternativa».
Sul finire della giornata si è poi registrata una nota del sindaco Minò che allega le ricevute delle email inviate la sera del 27 marzo dalla sua casella di posta a tutti i consiglieri regionali dell’area jonica. Morgante compreso, dunque che controreplica: «sulla casella istituzionale del Consiglio regionale – scrive -, ricevo circa 150 email al giorno e non sempre le leggo in tempo; e comunque – conclude – il sindaco avrebbe potuto chiamarmi come ha fatto in altre occasioni».
Il fronte del «No al depuratore sulla costa», comunque, non si ferma e per domenica 7 aprile è intenzionato ad organizzare una manifestazione pubblica di protesta. L’iniziativa alla quale non tutti ancora hanno aderito (gli ambientalisti di Manduria con i Verdi, progressisti di sinistra e pentastellati non hanno preso parte all’assemblea dell’altro ieri), dovrebbe tenersi in piazza Garibaldi a Manduria.
N.Din.
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