«L’ira funesta delle cagnette a cui aveva sottratto l’osso». La deputata del Movimento 5 Stelle, Anna Macina, scomoda Fabrizio De Andrè per descrivere l’atteggiamento del vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia, reo di aver giudicato «inutile» il suo impegno annunciato nel corso di un evento pubblico sul depuratore consortile di Manduria e Sava: una interrogazione al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. «Una perdita di tempo perché il governo non ha competenze specifiche in una materia che spetta alle regioni», aveva eccepito Scarciglia da sempre contro l’opera che l’Acquedotto pugliese e la Regione Puglia hanno deciso di realizzare sulla costa manduriana contro il volere delle popolazioni residenti. La grillina, più che infastidita, non gliele manda a dire a Scarciglia che senza mai citarlo (ma il riferimento a lui è più che chiaro) lo accomuna tra quelli che hanno «fatto della politica la loro professione e che, quindi, necessitano di argomenti da campagna elettorale».
Non a caso l’attacco della grillina parte proprio dalla frase più conosciuta del brano di De Andrè, Bocca di Rosa, quella delle «comari di un paesino» le «cagnette» che temono di perdere il controllo sugli «affari di casa» stroncando l’attività della bella rivale. «Rasserenatevi – scrive Macina -, non è mia intenzione “sottrarre” ad alcuno uno degli argomenti (il depuratore consortile Sava Manduria) su cui in tanti hanno fatto e probabilmente faranno campagna elettorale». Entrando nello specifico dei suoi propositi, poi, la parlamentare, eletta in provincia di Brindisi ma già interessata al problema del depuratore avendo in passato sposato la tesi più ambientalista, spiega la sua tattica che Scarciglia ritiene essere superflua. «Ciò che farò – dice -, è un atto di sindacato ispettivo che ha lo scopo di verificare, anche alla luce delle nuove risultanze, la legittimità di atti (i nuovi progetti ancora in fase di valutazione ambientale, Ndr) e l’utilizzo di risorse. Nessun intervento a gamba tesa di un ministro – spiega l’onorevole -, ma la verifica della conformità di atti, procedure, risorse pubbliche e gare affidate».
Rispondendo ai rilievi sollevati dal vicesindaco che mettono in risalto lo scarso interesse alla questione depuratore dei consiglieri regionali del M5S, l’onorevole Macina ricorda che «ad amministrare la Regione Puglia è la giunta Emiliano e non i consiglieri all’opposizione».
Tacciando di «pressappochismo» la condotta politica di chi l’accusa di inerzia, la portavoce del Movimento in Parlamento, passa nuovamente all’attacco. «Ricordo bene – scrive - come sul palco di Avetrana, in occasione della manifestazione del 31 marzo 2017, si volle un rappresentante nazionale a suggellare l’impegno dei locali». Il riferimento è all’onorevole Luigi Vitali, segretario regionale di Forza Italia, partito di cui fa parte il sindaco di Avetrana e la sua maggioranza in Consiglio comunale. «State tutti tranquilli – continua Macina -, non vi “sottrarrò” l’argomento della prossima campagna elettorale».
La chiusura del documento riporta la giusta attenzione sulla causa comune. «Se il mio interessamento potrà portare una qualche utilità, dovremmo rallegrarcene tutti nell’interesse supremo della collettività; per farlo – conclude l’onorevole Macina -, dovremmo saper mettere da parte i tornaconti politici».
Nazareno Dinoi
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