Mentre i deputati e consiglieri regionali del Movimento cinque stelle spiegavano in conferenza stampa a Manduria le ragioni del loro esposto presentato poco prima alle due procure della Repubblica di Taranto e Brindisi, da Bari il consigliere regionale di area popolare, Luigi Morgante, diffondeva un comunicato stampa in cui affrontava lo stesso argomento della mancata bonifica della vecchia discarica «Li Cicci». Spiegando, in sostanza, le ragioni dei ritardi di tale intervento. Nel dare conto della conferenza di servizi tenuta il giorno prima, Morgante ha fatto sapere che l’iter ha fatto registrare un passo avanti verso la bonifica del sito attesa da oltre un decennio. Nel corso dell’incontro, ha spiegato il consigliere manduriano, c’è stato un confronto tra l’ingegnere Giovanni Scannicchio, dirigente responsabile della Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia, l’ingegnere Emanuele Orlando, dirigente dell’Area tecnica del Comune di Manduria, e i tecnici dell’Arpa che ha permesso di fare il punto sullo stato attuale dell’area, devastata anche da furti e atti vandalici. Per quanto riguarda l’inquinamento della falda segnalato un anno fa, Morgante ha voluto tranquillizzare tutti dichiarando che «la falda non presenta elementi di pericolosità per la comunità, come da nuove analisi effettuate dall’Amministrazione comunale nel corrente mese di agosto». «La svolta sostanziale – ha precisato ancora il consigliere - si è registrata con l’acquisizione della titolarità dell’impianto da parte dell’amministrazione comunale, un passaggio atteso da oltre 4anni».
Il consigliere di opposizione che sin dai primi giorni del suo insediamento a Bari si è fortemente impegnato per risolvere il problema del potenziale rischio ambientale della «Li Cicci», ha attribuito quindi i ritardi della bonifica al mancato passaggio di proprietà del sito da parte del Comune di Manduria e quindi della passata amministrazione comunale di cui egli stesso ha fatto parte per un lungo periodo sostenendola dall'esterno. Tali ritardi, si legge nella nota, hanno «impedito il via libera al Piano di caratterizzazione dell’intera discarica».
Dopo la messa in sicurezza di emergenza che riguarderà il ripristino e la protezione del telo di copertura, fa sapere Morgante «sarà possibile procedere alla messa in sicurezza permanente del sito attraverso finanziamenti che la Regione metterà a disposizione». In quanto alla somma necessaria, il consigliere ha detto che non ci vorranno 18 milioni di euro attribuendo tale errata proiezione di costi all’ex assessore comunale Gianluigi De Donno.
N.Din.
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2 commenti
Antonio
ven 31 agosto 2018 03:45 rispondi a AntonioDum Romae consulitur,Saguntum expugnatur scriveva Tito Livio. Mentre i politici nostrani discutono, si accusano, si difendono , la città di Manduria soffre la puzza della discarica soprattutto nella parte nord. E si discute ancora mentre da parte di chi ci amministra tace e nn interviene. Usque tandem abutere patientia nostra?
lorenzo
ven 31 agosto 2018 11:58 rispondi a lorenzoI Tirannosauri del vecchio modo di far politica senza risolvere i problemi, a furia di esasperare la retorica condita da ipocrisia, arriveranno o sono già arrivati a sbranarsi uno con l'altro cercando o sperando di essere creduti all'infinito. L'estinzione di questi preistorici della politica darà l'imput ad una nuova era. Quella dei fatti!