“Per la Torre è morta la mula?”. Una frase che si usava forse tempo fa, in gergo, per indicare che ormai ci si è dimenticati di una cosa, situazione o della “mula”, che è morta appunto, visto che ce la siamo dimenticati. Ecco, ci hanno scritto in redazione questa frase per chiederci notizie della torre, di come stanno procedendo o non procedendo i lavori.
Chi ha scritto la frase ha ragione: complici le vacanze di Natale, ci si è dimenticati della torre/mula e meno male che non è ancora “morta”, anche se di certo molto bene non sta. Da quella famosa mareggiata del 13 novembre, onde che non solo sono arrivate alla Torre, distante circa venti metri dal mare, ma che l’hanno sfregiata sul suo fianco sinistro, grattando le pietre e scavando un buco sull’angolo che lascia intravvedere piccoli calcinacci che non reggeranno a lungo. Bene, anzi male, ma cosa si è fatto nel frattempo? Poco o a: un rimpallo di competenze tra Comune e Soprintendenza che sono ricadute sul Comune di Manduria che avrebbe l’obbligo di intervenire quanto prima sotto la guida della Soprintendenza cha ha promesso di “vigilare “.
Un primo intervento per transennare la zona e poi questo “cerotto” che benda la parte ferita della torre ma non la preserva assolutamente dal maltempo e, nel caso di una ulteriore mareggiata, le tende di plastica non impedirebbero certo all’acqua di infiltrarsi attraverso le pareti tra gli anfratti di tufo e pietre che rischierebbero così di sgretolarsi, svuotando le intercapedini che tengono insieme tutto. Un disastro.
Quindi la “mula non è ancora morta ma sta morendo” e occorre fare in fretta se davvero si intende prendere a cuore il destino di questa storica e nobile torre saracena.
Monica Rossi
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