Municipio | © La Voce di ManduriaL’evasione delle imposte locali ha creato un buco nel bilancio comunale di 4,3 milioni di euro. La considerevole cifra è relativa ai mancati pagamenti, da parte dei contribuenti manduriani o di non residenti che possiedono beni immobili nel territorio comunale Messapico, dell’Imu (imposta municipale unica), della Tarsu (rifiuti), Tosap (occupazione suolo pubblico) e Icp (imposta sulla pubblicità).
«Incombe al Comune, destinatario del tributo in parola – si legge nella determina dirigenziale che dà il via all’operazione recupero tributo -, l’onere di controllare le dichiarazioni presentate e di verificare i versamenti eseguiti ed inoltre, sulla scorta dei dati e degli elementi direttamente desumibili dalle dichiarazioni, nonché sulla base della consultazione delle banche dati catastali telematiche relative all’entità delle rendite attribuite dal catasto, provvedere a correggere gli errori materiali e di calcolo e ad emettere i relativi avvisi di accertamento che vanno notificati entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello nel corso del quale fu o doveva essere presentata la dichiarazione ovvero a quello nel corso del quale l’imposta non fu versata ovvero fu versata in misura insufficiente».
La ricognizione fatta dal personale dell’Ufficio tributi composto da dipendenti comunali e da operatori della Rti-Sincon-Serphin, la società privata che coadiuva e rafforza il personale interno, ha fatto emergere il buco di oltre quattro milioni di euro. Grazie al potenziamento degli uffici è stata possibile la corsa contro il tempo che ha permesso di emettere migliaia di avvisi di accertamento entro la data del 31 dicembre 2018 superata la quale il tributo si sarebbe prescritto.
Le maestranze di questo settore, a seguito dell’attività accertatoria svolta volta a smascherare i potenziali evasori, hanno emesso una mole impressionante di atti che si sono trasformati in altrettanti cartelle di accertamento ad altrettanti contribuenti. Nel particolare, gli avvisi più numerosi sono stati quelli relativi all’Imu 2013, pari a 3.629, per una somma da incassare di 2.933.548 euro. A seguire la Tarsi con 3.027 cartelle di accertamento per un presunto incasso di 1.364.353 euro; terzo posto la Tosap con 217 avvisi e un probabile introito di 35.436 euro, per finire alla Icp che ha contato 83 avvisi e 34.676 euro di atteso incasso.
Naturalmente tutte le cartelle sono da verificare considerando possibili errori nel calcolo o nella ricerca del tributo che potrebbe essere stato regolarmente pagato ma per una serie di motivi non risultare all’incasso.
Nazareno Dinoi
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