La deputata del Movimento 5 Stelle, Anna Macina, ha sollecitato l’Arpa Puglia, distaccamento Taranto, a fornire i risultati dei prelievi effettuati nel sottosuolo della discarica abbandonata «Li Cicci» in agro di Manduria tra la fine di agosto e l’inizio di settembre scorsi. La parlamentare pentastellata ha chiesto per due volte di avere accesso ai dati che riguardano la salute pubblica e lo stato dell’ambiente senza ancora ricevere risposta dagli uffici interessati.
La necessità nasce da un sopralluogo sul posto effettuato lo scorso 30 agosto da una delegazione di parlamentari e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, firmatari lo stesso giorno di due esposti presentati alle procure della Repubblica di Taranto e Brindisi. «Dopo quella visita, per a piacevole presso la discarica “Li Cicci” – fa sapere Macina -, avendo appreso delle analisi effettuate da Arpa Puglia, ho provveduto a chiedere formalmente di avere i dati di quelle analisi già del 20 settembre senza ricevere alcuna risposta. Mi auguro – prosegue la portavoce grillina - che i risultati siano stati forniti quantomeno alla Regione Puglia chiamata ad approvare il piano di messa in sicurezza d’emergenza della nota piaga “Li Cicci”, altrimenti – aggiunge - sarebbe assurda una messa in sicurezza senza avere i dati su un possibile inquinamento di “falde” e “pozzi”».
Secondo la deputata di Erchie, deve essere salvaguardato il diritto dei cittadini di sapere se i terreni nelle vicinanze della «li Cicci» vengono irrigati con acqua dei pozzi contaminata oppure no. «Ogni volta che le informazioni vengono “nascoste” o “omesse” – conclude l’onorevole Macina - si viola il diritto all’informazione dei cittadini e io che sono stata chiamata a rappresentarli ho il dovere di insistere».
Gli accertamenti dell’Arpa fanno seguito a due discrepanze rilevate in precedenti misurazioni dell’acqua di falda, sempre intorno alla vecchia discarica, effettuate una prima volta a giugno del 2017 da una società incaricata dal Comune di Manduria che attestava la preoccupante presenza di metalli pesanti anche cancerogeni e una seconda volta a luglio del 2018, commissionata sempre dallo stesso ente Messapico, dagli esiti del tutto differenti, privi cioè di qualsiasi inquinante.
Nazareno Dinoi
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