Il dirigente dell’Area economica finanziaria del Comune di Manduria, avvocato Enzo Dinoi, ha firmato ieri il contratto di aggiudicazione dei servizi aggiuntivi del settore tributi. La gara avviata e conclusa durante la passata amministrazione del sindaco Roberto Massafra, prevede il rafforzamento dell’attuale organico degli uffici interni con l’aggiunta di sette unità esterne che dovrà fornire la ditta aggiudicataria dando così vita ad un personale degli uffici misto, pubblico-privato. Il personale in questione, così come prevedeva il capitolato di gara appositamente pensato, sarà quello della ex Censum che per diversi anni si è occupata della riscossione dei tributi per conto del Comune di Manduria prima del fallimento della società, un lungo contenzioso con l’ente e il conseguente licenziamento degli ex lavoratori.
L’operazione che con la firma di Dinoi potrà avviarsi definitivamente, è stata oggetto di numerose polemiche. Gli ex amministratori hanno pensato con questo di offrire la continuità lavorativa al personale ex Censum che ha perso il lavoro (tutti manduriani) ma c’è chi, come l’ex assessore ai Tributi, Raimondo Turco, ha sempre sostenuto l’irritualità di alcune procedure di gara.
Le incongruenze denunciate più volte dall’ex assessore toccano aspetti delicati come quelli di un probabile danno erariale per l’ente. Turco in un suo precedente intervento, si chiedeva ad esempio perché nel bando si obbliga l’impresa aggiudicataria ad assumere sette dipendenti ex Censum «se l’organico di quella società in fallimento era composto da quattro?». Per il tecnico, inoltre, che ha spulciato ogni dettaglio del bando, la ditta aggiudicataria avrebbe tutto da guadagnare senza nessun rischio d’impresa. «Il bando – spiegava Turco -, prevede che la società debba fornire solo il personale specializzato (gli ex Censum) mentre a carico del comune resta tutto il resto (locali, scrivanie, sedie, scaffali, costi dei telefoni, computer, programmi gestionali, fax, sistemi di scansione, carta, buste, toner, consumi elettrici, guardiania, spese di spedizioni della corrispondenza), per un utile previsto, per l’impresa esterna, di circa 100 milioni di euro oltre l’Iva». Alla fine del suo parere l’ex assessore ai Tributi e Bilancio si chiedeva se non fosse il caso di impugnare tutto e affidarsi ad uno studio legale «per evitare uno scempio simile».
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1 commento
giorgio sardelli
mar 18 settembre 2018 01:41 rispondi a giorgio sardellicome mai conoscendo lo scempio a cui si potrebbe andare incontro è stato alla fine firmato un accordo del genere? se i licenziati della CENSUM sono quattro perchè sene assumono sette? chi sono? chi li ha nominati? è stato fatto un concorso pubblico?