«L’amministrazione comunale non si è ancora insediata». Con questa motivazione ieri il giudice di pace di Taranto ha rinviato al prossimo 21 ottobre la causa intentata da alcuni cittadini sui mancati rimborsi dell’«Ex Eca», il tributo che il comune di Manduria, secondo il garante pugliese del contribuente, ha incassato indebitamente per pareggiare i conti del bilancio.
I ricorrenti assistiti dall’avvocato Daniele Capogrosso per conto del sindacalista manduriano Leonardo Moccia, potrebbero accettare un accordo con il comune. Questa almeno era la possibilità emerse nel corso delle ultime udienze interrotte dall’emergenza Covid.
Il Comune di Manduria, da parte sua, rappresentato nella causa dall’avvocato Gianluca Selicato, ha lasciato la porta aperta ad un bonario componimento della lite offrendo una somma che si aggirerebbe intorno al 50% di quella pretesa. Disponibilità a chiudere la partita da parte dell’ente che offre ai ricorrenti la possibilità di strappare ulteriori margini di trattative. L’avvocato dei cittadini, Capogrosso, ha depositato il parere emesso nel 2018 dal Garante del Contribuente per la Puglia che censura il comportamento dell’amministrazione comunale che per fare cassa avrebbe calcolato un balzello che normativamente non esiste più. Una patata bollente di cui si dovrà occupare il neo sindaco Pecoraro e la sua giunta.
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2 commenti
Realtà
ven 9 ottobre 2020 12:09 rispondi a RealtàAccettare é sinonimo di debolezza
Lamusta Angelo
ven 9 ottobre 2020 07:25 rispondi a Lamusta AngeloSe chi amministrava il comune nel periodo della tassa in questione ha sbagliato è giusto che paghi anche perché se il difensore del comune stesso ha proposto un accordo bonario non vedo per cui accettare caro avvocato capogrosso e caro moccia nn fate accordi andate avanti e accertate la verità