Giovedì, 25 Aprile 2024

Giudiziaria

Si è aperto ieri, con la formula del giudizio immediato, il processo a carico dei primi due minorenni manduriani accusati di far parte del gruppo degli «orfanelli»

Processo ai bulli, chiesta la messa in prova

Tribunale Taranto Tribunale Taranto | © La Voce di Manduria

Si è aperto ieri, con la formula del giudizio immediato, il processo a carico dei primi due minorenni manduriani accusati di far parte del gruppo degli «orfanelli» ritenuti responsabili delle ripetute violenze che avrebbero portato alla morte il pensionato 65enne di Manduria, Antonio Cosimo Stano. I loro difensori, Dario Blandamura e Piergiovanni Lupo, hanno chiesto la messa alla prova dei propri assistiti che devono rispondere a vario titolo e in concorso con altri quattordici indagati - undici minori e tre maggiorenni -, di violazione di domicilio, lesioni personali, percosse, molestie, furto, sequestro di persona e, il reato più pesante di tutti, di tortura aggravata dalla sopraggiunta morte del pensionato. I giudici Tiziana Lotito, presidente, a latere Federica Rotondo, si sono riservati di decidere rinviando tutto all’udienza che si terrà il 21 novembre prossimo.

In caso di accoglimento della richiesta, il processo si sospenderà e nel frattempo ai giovani sarà data la possibilità di riparare al danno procurato mediante la messa alla prova per un periodo che non può essere superiore ai tre anni. Il minore in questo caso viene affidato ai servizi minorili dell’amministrazione della giustizia che si occupano di valutarne un miglioramento nella condotta, di sostenerlo e controllarlo durante tutto il periodo di messa in prova. Terminata questa fase, gli uffici depositano una relazione al giudice che, in caso di parere favorevole, estinguerà il reato. La posizione dei due minori che ieri sono comparsi in aula al fianco die propri genitori e degli avvocati, è molto diversa. Il più piccolo, difeso dall’avvocato Blandamura, al momento del reato aveva da poco compiuto i 16 anni e nei suoi confronti non è mai stata applicata nessuna misura restrittiva a differenza di tutti gli altri quindici giovani che sono stati sottoposti a misure cautelari detentive. Il sedicenne è stato indagato verso la fine delle indagini preliminari e deve rispondere di un unico episodio di violenza a danno del pensionato durante il quale, secondo la difesa, avrebbe avuto un ruolo non attivo.

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