Sarà interrogato domani, venerdì 14 giugno, il minorenne che non era stato ancora sentito dagli inquirenti che lo indagano, assieme ad altri diciassette manduriani, quasi tutti minori, per le violenze e vessazioni subite da Antonio Stano, il sessantaseienne manduriano deceduto per cause ancora da accertare. Il sedicenne che è difeso dall’avvocato Cosimo Micera, si dovrà presentare in sua compagnia e co i genitori nelle Procura per i minorenni di Taranto dove li attende la procuratrice capo, Pina Montanaro, titolare dell’inchiesta con il pubblico ministero della procura ordinaria, Remo Epifani, per quanto riguarda i maggiorenni.
L’indagato è stato coinvolto nell’inchiesta successivamente agli arresti degli 8 della banda dei cosiddetti «orfanelli», sei minori e due appena maggiorenni, tuttora rinchiusi in carcere. Il suo nome assieme a quello di altri tre suoi coetanei, tra cui due fratelli e un quarto che non ha ancora ricevuto nessuna convocazione, era venuto fuori dalle dichiarazioni rese dagli altri indagati in sede di udienza di convalida, oppure dai video e dalle chat ancora conservati o recuperati nella memoria dei telefonini sequestrati.
L’assistito dell’avvocato Micera, è accusato di aver preso parte ad almeno un’aggressione del povero Stano. La scena, ripresa dal telefonino e immessa in rete, sarebbe quella in cui il pensionato viene fermato sull’uscio di casa e invitato con l’inganno a fare pace da uno degli «orfanelli» che gli porge la mano prima di sferrargli un ceffone in pieno volto che lo fa piegare in due. Le scene che seguono, anche queste riprese dal video che incastrerebbe il sedicenne che sarà ascoltato domani, mostrano l’uomo in balia del branco che lo accerchia mentre uno lo scaraventa per terra e lo trascina in mezzo alla strada tirandolo per un piede.
Dopo l’appuntamento di domani si dovrebbero concludere gli interrogatori degli indagati, diciotto in tutto quelli noti (anche se all’appello ne mancherebbe sempre uno un quindicenne il cui ruolo nella vicenda non è stato ancora chiarito). Non dovrebbe tardare comunque la chiusura dell’inchiesta con la notifica degli avvisi di garanzia agli interessati che potrebbe contenere delle sorprese per il numero totale delle persone coinvolte.
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