La Cassazione ha anato la sentenza di condanna, con rinvio per un nuovo giudizio ad una diversa sezione minorenni della Corte d’appello di Lecce, del giovane manduriano A.G.D. condannato ad otto mesi di reclusione per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La sentenza di condanna era stata appellata in appello ma il collegio confermò la pena ritenendo che le intercettazioni telefoniche fossero inequivocabili nell’affermare il coinvolgimento del minore nel reato.
Di diverso parere la difesa dell’imputato affidata allo studio legale Parlatano di Manduria che ha sempre sostenuto la non sufficienza delle intercettazioni per provare la colpevolezza del ragazzo arrestato nell’operazione antidroga denominata «Chidro».
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