Trovato in possesso di preziosi reperti archeologici di epoca Messapica e Romana, ai poliziotti aveva detto di averli trovati nella spazzatura. Niente aveva saputo invece dire sul possesso di armi, droga, uno scooter ed altri oggetti probabilmente provento di furto. Condannato per questo anche in appello a dieci anni di carcere, la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal manduriano Giuseppe Orfeo che oltre alla conferma della pena da scontare è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Il giovane manduriano era stato arrestato il 28 aprile del 2016 a Lecce dove risiedeva. Ad arrestarlo furono gli agenti della Squadra mobile che nel corso di una perquisizione domiciliare si trovarono di fronte un fornitissimo arsenale e ad un market della droga e di mezzi e oggetti provenienti da furto.
In quella occasione furono sequestrati una pistola a tamburo, due canne mozzate di fucile tipo doppietta calibro 16, un ordigno esplosivo con miccia, un fucile calibro 12 con canna abrasa, circa duemila grammi di sostanza stupefacente tipo eroina suddivisa in panetti e sciolta in busta destinata allo spaccio, bilancini di precisione e materiale idoneo al confezionamento, munizionamento di vario tipo per armi comuni da sparo in numero di 50 cartucce 14 reperti archeologici di epoca Romana e Messapica e uno scooter con telaio associato a targa provento di furto.
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