Si dovrà ancora attendere per conoscere chi, tra i sei ex amministratori comunali di Manduria definiti impresentabili dal Ministero dell’Interno, non si potrà candidare alle prossime consultazioni elettorali. La richiesta di interdizione riguarda l’ex sindaco Roberto Massafra con gli ex assessori Cosimo Lariccia e Massimiliano Rossano, i due ex presidenti del Consiglio, Enzo Andrisano e Nicola Dimonopoli e l’ex consigliere Luigi Morgante. Nella seconda udienza tenuta ieri, del procedimento in corso nella prima sezione civile del Tribunale di Taranto, si è delineata la strategia difensiva dei politici «alla sbarra» i cui avvocati difensori hanno chiesto l’acquisizione agli atti della relazione della commissione d’accesso antimafia da cui è partita poi la proposta di scioglimento dell’ente Messapico confermata dal prefetto di Taranto e, in seguito, dagli organi di governo. Il contenuto di tale parere che contiene le accuse originarie confermate dal decreto di scioglimento, è attualmente coperto da segreto e può essere reso pubblico solo dall’autorità giudiziaria.
Chiara anche la linea dell’accusa. «Il quadro indiziario che emerge dalla documentazione depositata, indipendentemente dall’eventuale valenza sul piano penale dei singoli episodi – recita la memoria dell’avvocatura di Stato - denota un livello preoccupante di compromissione della regolare funzionalità dell’Ente e quello di un apparato burocratico la cui inefficienza ha consentito, più o meno consapevolmente, la presenza e l’intromissione nella quotidiana vita amministrativa di ditte o soggetti, rispetto ai quali nessun filtro, rappresentato quanto meno dal semplice rispetto della legge, è mai stato davvero applicato».All’ex primo cittadino viene contestata la già nota vicenda della presunta raccomandazione di uno degli arrestati per mafia che avrebbe fatto assumere da un’impresa che eseguiva lavori per conto del comune. (Vicenda, si è saputo dopo, venuta fuori da un colloquio intercettato tra due pregiudicati e che Massafra ha sempre contestato motivo per cui ha denunciato per diffamazione l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti il quale aveva attribuito a lui tale frase. Inizialmente erano stati proposti per l’incandidabilità anche gli ex consiglieri comunali Maria Grazia Cascarano, Francesco Ferretti, Leo Girardi, Roberto Puglia e Enzo Pisconti, prosciolti poi grazie ad un secondo intervento del ministro Salvini.Al termine dell’udienza i giudici si sino riservati la decisione di acquisire la relazione dei primi commissari come richiesto dai difensori senza fissare la data della prossima convocazione.
Nazareno Dinoi
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