Due aggressioni già sulle spalle ed ora l’allontanamento dal centro di recupero a cui il tribunale dei minori lo aveva affidato per metterlo alla prova. A convincere i giudici ad essergli ancora indulgenti, oltre all’avvocato Daniele Capogrosso che lo assiste, è stato il motivo dell’evasione: voleva incontrare la sua mamma i cui rapporti si erano recisi per volontà del Tribunale per i minorenni.
È la storia di un sedicenne manduriano, C.M., che sta scontando un periodo di prova in un istituto per il recupero di «ragazzi difficili» con problematiche sociali e familiari, superati i quali si cancelleranno i reati di cui deve rispondere: l’aggressione di un suo coetaneo e di un operatore del riformatorio. Ed ora anche l’evasione. Dopo qualche iniziale incertezza, alla fine il Tribunale ha confermato la concessione del beneficio della messa alla prova con sospensione del procedimento penale.
L’avvocato Capogrosso che lo difende ha dimostrato il buon comportamento e il rispetto delle regole del ragazzo che frequenta con profitto un istituto di formazione professionale. Buona condotta confermata anche dagli operatori del centro e dagli assistenti sociali del carcere. Ma il suo punto debole, ha fatto sapere l’avvocato, sarebbe stato appunto il desiderio di rivedere la sua mamma. Ciò ha consentito all’avvocato di chiedere e ottenere la riduzione del tempo di esecuzione della messa alla prova concessa per meno di un anno in totale. Diversamente, considerati i pesanti e ripetuti capi di imputazione, la durata della prova avrebbe potuto avere una durata di gran lunga superiore se non essere del tutto revocata.
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3 commenti
Domenico
mer 6 ottobre 2021 01:53 rispondi a DomenicoImportante è il giudizio di tutti gli esperti preposti alla verifica del percorso di recupero del ragazzo. Il rispetto delle regole può passare anche attraverso la trasgressione e la conseguente punizione. Perdonare o premiare troppo tempestivamente la buona condotta, rischia di creare una strategia da utilizzare dopo ogni violazione. Il compito di valutare spetta a personale veramente specializzato perché Il giudice può solo affidarsi, non alle apparenze, ma a ciò che viene"refertato". Spero che questo caso ricada in tale ipotesi.
GIUSEPPE Buccolieri
gio 7 ottobre 2021 03:34 rispondi a GIUSEPPE BuccolieriLa voglia di abbracciare una mamma supera la forza di una tempesta e ti porrà a scavalcare gli oceani del tempo.Bene ha fatto il giudice il ragazzo ha sedici anni.
Giancarlo
ven 8 ottobre 2021 06:14 rispondi a GiancarloChissà che ne pensano la vittima minorenne ed i suoi genitori. Dato che non ti mettono in gabbia per una zuffa adolescenziale da niente.