Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte di “Nerone”, il cavallo che secondo gli animalisti è morto di stenti nel maneggio di Manduria. Potrebbe quindi riservare dei risvolti inaspettati la vicenda del cavallo morto in un maneggio di Manduria per cause che l’associazione «Italian Horse Protection» attribuisce a denutrizione e mancanza di cure. L’associazione per la protezione degli equidi con sede a Pisa, già autrice di un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Taranto dove è stato aperto un fascicolo con l’ipoteso di reato di maltrattamento degli animali, ha chiesto alla magistratura inquirente il sequestro preventivo di altri tre cavalli e due pony presenti ancora nella struttura al centro delle polemiche. Ieri il presidente dell’associazione animalista, Santo Richichi, ha contattato telefonicamente la stazione carabinieri forestali di Manduria e il funzionario responsabile dei servizi veterinari di Taranto, offrendo la disponibilità a prendere in carico i cinque animali a proprie spese. «Questo perchè più volte nei colloqui telefonici precedenti – spiega Richichi – ci era stato posto il solito vergognoso problema del “e chi paga per mantenere gli animali se li sequestriamo?”».
La Procura di Taranto dal canto suo ha dato incarico ad uno specialista di eseguire l’autopsia sul corpo di «Nerone». (Così si chiamava il cavallo sulle cui cause di morte si è deciso di indagare. L’esame autoptico è stato già eseguito nello stesso maneggio e i risultati si sapranno tra una trentina di giorni.
Intanto gli attivisti dell’associazione Ihp sono allarmati da alcune voci che circolano tra gli animalisti secondo le quali il proprietario del maneggio si sarebbe offerto a prendersi cura dei cavalli qualora fossero sequestrati. «Materializzandosi dopo giorni e giorni di latitanza vuole occuparsi dei tre cavalli e due pony che vivono reclusi da mesi nei box e quel che è peggio - commenta in proposito il presidente di Ihp -, pare che la Asl sia intenzionata a lasciarglielo fare». Inutile ottenere informazioni dalla Asl veterinaria. Contattato telefonicamente, il dirigente del servizio veterinario, Ettore Franco, ha fretta di chiudere la conversazione rifiutandosi di affrontare l’argomento «Nerone».
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