Bullizzato, rapinato e terrorizzato, per paura non usciva da casa da una decina di giorni e diceva di voler morire. E c’è andato vicino perché ora è ricoverato in gravissime condizioni nella rianimazione dell’ospedale di Manduria. Così si è ridotto un pensionato manduriano di 66 anni salvato dagli agenti del commissariato di polizia di Manduria che erano intervenuti per indagare su una serie di rapine di cui l’uomo è stato vittima preso di mira da un gruppo di giovani banditi, forse minorenni. Quando sono entrati in casa, i poliziotti si sono trovati di fronte un caso umano. È accaduto sabato mattina. Il sessantaseienne, un ex impiegato dell’arsenale militare di Taranto che non si alimentava né dormiva da giorni, è stato prima soccorso dagli agenti di polizia e poi, chiamati da questi ultimi, dai sanitari del 118 che per il suo grave stato di disidratazione e denutrizione lo hanno ricoverato all’ospedale cittadino. Poche ore dopo l’arrivo al Marianna Giannuzzi, il pensionato è finito in sala operatoria dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico perché affetto da una perforazione gastrica con infezione multiorgano. Ora è in coma e la sua prognosi è riservata.
Tutto era cominciato alcuni giorni prima con una segnalazione giunta in commissariato da una vicina che denunciava ripetute introduzioni nella casa dell’ex arsenalotto di un gruppo di giovani non identificati che lo avrebbero aggredito e rapinato del denaro che custodiva in casa, circa 300 euro. Sono così partite le indagini degli investigatori che per un paio di giorni si sono appostati nelle vicinanze della casa nella speranza di sorprendere i banditi. Non vedendolo uscire per tutto il tempo, gli agenti hanno deciso di entrare, riuscendovi non senza difficoltà per le resistenze dell’uomo che, spaventato, si rifiutava di aprire. Quando sono finalmente entrati si sono trovati di fronte una situazione di estrema indigenza sia ambientale che fisica e psichica. L’ex impiegato era in uno stato mentale compromesso, non si reggeva in piedi, non mangiava e non dormiva da giorni e si rifiutava di alimentarsi e di bere. I poliziotti hanno anche cercato di rifocillarlo portandogli degli alimenti che il pensionato ha respinto decisamente. Da forze dell’ordine, quindi, gli agenti hanno assunto un ruolo di assistenti sociali: hanno attivato il personale del centro di igiene mentale perché i servizi sociali del comune erano inattivi e infine il 118 che ha trasportato il disagiato al pronto soccorso. Dopo un paio d’ore dal ricovero è entrato in coma. Le sue condizioni sono considerate disperate.
Mentre i sanitari si stanno occupando delle sue condizioni di salute, gli stessi agenti del commissariato di polizia a cui va il merito di averlo salvato da morte certa, proseguono le indagini per individuare la banda di giovani ritenuta responsabile di tutto. Gli investigatori avrebbero già individuato dei sospettai, alcuni dei quali sarebbero minorenni del posto già noti per reati simili. Un contributo fondamentale per incastrarli potrebbe darlo la vittima se le sue condizioni dovessero migliorare. Intanto è caccia ai suoi aguzzini.
L’ex dipendente della marina vive da solo in casa ed ha un solo parente in grado di prendersi cura di lui, un nipote che per lavoro si trova momentaneamente in una città del Nord Italia.
Nazareno Dinoi
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2 commenti
A. D
mar 9 aprile 2019 10:49 rispondi a A. DPovero Antonio una persona che non merita di essere trattata così.. Spero si prendano cura di lui
leo
mar 9 aprile 2019 03:02 rispondi a leoin ospedale entrano COSCENTI e dopo poco vanno in COMA. maaaa ho visto questo con molti anziani .parenti e non.riflettete anche voi.