Salvo per miracolo, ma non è stato così per i suoi quattro cani che teneva in casa, sopraffatti dal fumo e dalle fiamme che hanno distrutto l’appartamento. I loro corpi, in parte carbonizzati, sono stati trovati tra quello che restava del povero mobilio della casa completamente distrutta e non più agibile.
È successo nella tarda serata di mercoledì 13 febbraio a Manduria. Cosimo Mandurino, 51enne manduriano, conosciuto in città come «Mimino motorino», proprietario del piccolo alloggio andato a fuoco, si era allontanato per ritirare delle medicine dalla farmacia per conto di una conoscente. Quando ha fatto ritorno ha visto le fiamme uscire dall’unica finestra che s’affaccia sulla stretta e popolosa Via Cardinal Ferrara, ad una trentina di metri dalla caserma dei carabinieri. Sono stati i suoi vicini, usciti per strada richiamati dal fumo e dal forte odore acre che si avvertiva in tutto il quartiere, a fermarlo appena in tempo quando stava per entrare sfidando le fiamme nel tentativo di salvare i suoi quattro amici a quattro zampe con i quali divideva il minuscolo monolocale privo di servizi e di energia elettrica. Il 51enne, conosciuto in paese proprio per la sua mania di accudire randagi che si portava in casa, vive di stenti grazie ad una piccola pensione e al sostegno della Caritas che gli assicura un pasto caldo al giorno.
Sul posto sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di Manduria e del comando provinciale di Taranto. I pompieri hanno lavorato per tutta la notte e sono stati costretti a ritornare anche il mattino dopo perché un focolaio aveva ripreso vigore alimentando un altro incendio al primo piano dove erano depositate masserizie di ogni genere, biciclette, pneumatici e due motori. Quando tutto è terminato, ieri mattina, l’ingresso della casa è stato murato perché ritenuto pericolante.
Un altro serio problema per il disagiato che da ieri non ha più un tetto dove ripararsi. A sentire il suo racconto, l’incendio non è stato un incidente ma sarebbe stato provocato da un giovane del posto che conosce bene. Il terribile sospetto di Mandurino è che si sia trattato di una ripicca dovuta a banali screzi di vicinato. Davanti alle forze dell’ordine l’uomo ha gridato in più occasioni di conoscere il giovane che avrebbe dato fuoco ad un pezzo di stoffa infilata sotto la finestra aperta. Di questo si occuperanno gli agenti di polizia del locale commissariato che hanno avviato le indagini del caso.
Un tetto, un conforto, subito, dalle istituzioni e dalla società civile
Responsabilità penali a parte, ad occuparsi di lui, ora, dovranno essere i servizi sociali del comune nel trovargli un posto dove vivere. Non solo le istituzioni, ma anche le associazioni e tutte le persone caritatevoli della città Messapica. Toccherebbe a loro sopperire ai ritardi della burocrazia offrendo quello che possono. E farlo quanto prima perché il problema di «Mimino motorino» non può attendere, è di oggi non di domani. La sua piccola pensione di invalidità non gli consente di vivere con dignità, ma a parte questo, la sua vera emergenza è un tetto dove dormire. Manduria, quella solidale e caritatevole, dovrebbe dare un segnale per superare la provvisorietà e confidare poi in una sistemazione stabile di cui si dovranno prendere cura gli uffici comunali.
Nazareno Dinoi
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