Giustizia | © La Voce di ManduriaDoppio appuntamento con la giustizia oggi, 28 novembre, per undici ex amministratori di Manduria e per uno degli attuali, il commissario straordinario Vittorio Saladino. In separate sedi, i primi al Tribunale civile di Taranto, il secondo in quello penale di Rimini, dovranno affrontare un procedimento a loro carico riguardante aspetti differenti.
Gli undici manduriani che sono l’ex sindaco Roberto Massafra, i due ex presidenti del Consiglio comunale, Nicola Dimonopoli e Vincenzo Andrisano, l’ex consigliere comunale Luigi Morgante e i due ex assessori, Massimiliano Rossano e Cosimo Lariccia, gli ex consiglieri comunali, Roberto Puglia, Leo Girardi, Vincenzo Pisconti, Maria Grazia Cascarano e Francesco Ferretti, devono difendere dalla richiesta di incandidabilità alle prossime consultazioni elettorali perché ritenuti impresentabili a seguito del loro coinvolgimento nella vicenda che ha determinato lo scioglimento dell’ente per infiltrazione mafiosa.
Il prefetto in pensione Saladino, commissario straordinario facente funzione di sindaco di Manduria, invece, è imputato dalla Procura della Repubblica di Rimini del reato di abuso d’ufficio che avrebbe commesso quando era prefetto di Rimini. Secondo l’accusa, all’epoca dei fatti (2010-2011) Saladino avrebbe anato multe senza motivo a parenti e amici. A Saladino è contestato anche l’indebito utilizzo di un dipendente della prefettura con mansione di ausiliario tecnico, al quale in orario d’ufficio veniva chiesto di portare a spasso il cane, accompagnare prefetto e moglie a fare la spesa, “oltre a farlo fungere - scrivono gli inquirenti - da cameriere in occasione di incontri del prefetto con i vari ospiti, occasioni nelle quali il dipendente pubblico su richiesta preparava la sala di rappresentanza, bibite e il caffè”.
N.Din.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
