E’ stata rinviata al prossimo 28 novembre, per sovraccarico d’impegno dei giudici, l’udienza del processo in corso al Tribunale di Rimini, prevista ieri, che vede alla sbarra l’ex prefetto Vittorio Saladino, componente della commissione straordinaria incaricata dal Ministero dell’Interno di amministrare il comune di Manduria dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Saladino deve rispondere del reato di abuso d’ufficio che avrebbe commesso quando era prefetto di Rimini. Secondo l’accusa, all’epoca dei fatti (2010-2011) Saladino avrebbe anato multe senza motivo a parenti e amici. Oltre all’ex prefetto sono finiti sotto processo l’allora ex prefetto di Rimini Giuseppe Puzzo e l’ex vicecomandante della polizia municipale di Riccione, Fabio Franchini. A Saladino è contestato anche l’indebito utilizzo di un dipendente della prefettura con mansione di ausiliario tecnico, al quale in orario d’ufficio veniva chiesto di portare a spasso il cane, accompagnare prefetto e moglie a fare la spesa, “oltre a farlo fungere - scrivono gli inquirenti - da cameriere in occasione di incontri del prefetto con i vari ospiti, occasioni nelle quali il dipendente pubblico su richiesta preparava la sala di rappresentanza, bibite e il caffè”. Tra le mansioni anche quelle di riscaldare il pranzo del prefetto quando la moglie non poteva.
Il rappresentante di governo si dice innocente e respinge ogni accusa. «Risulta chiaramente – scrive in una lettera inviata all’Ansa - che trattasi di un’unica multa prescritta, non anata, per la quale la Polizia Municipale di Riccione ha richiesto l’archiviazione per il decorso di due anni circa dalla data della contravvenzione elevata il 6 agosto 2009. Contravvenzione concernente la sosta in area soggetta a parcometro per la mancata esposizione dello scontrino di pagamento e che, per le disposizioni del Codice della Strada, doveva essere inviata, unitamente al ricorso presentato, entro 60 giorni alla Prefettura, non dopo quasi due anni, da qui la prescrizione. Quindi non ha anato o fatto anare alcuna contravvenzione né a parenti, amici o conoscenti; non è intervenuto o ha partecipato in alcun modo all’iter amministrativo relativo ad alcun verbale. Dagli atti di indagine non emergono elementi di prova sulla persona che ha parcheggiato l’autovettura. Risulta soltanto il ricorso, presentato il 10 novembre 2009 dallo scrivente e dalla propria consorte, quale intestataria del veicolo, avverso il relativo verbale». Il 28 novembre, data prevista per l’udienza conclusiva, si dovrebbe conoscere la verità dei giudici.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.