Il commissario straordinario del Comune di Manduria, Vittorio Saldino, si è dovuto assentare per alcuni giorni dalla città Messapica proprio nei giorni in cui nel Tribunale di Rimini si sta svolgendo il processo che lo vede imputato del reato di abuso d’ufficio. Secondo l’accusa, Saladino, all’epoca dei fatti (2010-2011) prefetto di Rimini, avrebbe anato multe senza motivo a parenti e amici. Nell’udienza di ieri si è conclusa la fase istruttoria con l’ascolto di un testimone. Il giudice ha fissato una nuova data per il prossimo 10 ottobre con le arringhe le eventuali repliche e la sentenza. Oltre all’ex prefetto Saladino sono finiti sotto processo l’allora ex prefetto di Rimini Giuseppe Puzzo e l’ex vicecomandante della polizia municipale di Riccione, Fabio Franchini.
A Saladino è contestato anche l’indebito utilizzo di un dipendente della prefettura con mansione di ausiliario tecnico, al quale in orario d’ufficio veniva chiesto di portare a spasso il cane, accompagnare prefetto e moglie a fare la spesa, “oltre a farlo fungere - scrivono gli inquirenti - da cameriere in occasione di incontri del prefetto con i vari ospiti, occasioni nelle quali il dipendente pubblico su richiesta preparava la sala di rappresentanza, bibite e il caffè”. Tra le mansioni anche quelle di riscaldare il pranzo del prefetto quando la moglie non poteva.
La multa di 45,07 euro contro la quale l’ex prefetto aveva fatto ricorso, sarebbe stata presa dalla moglie a Riccione per non aver esposto il talloncino del parcheggio. Saladino aveva sostenuto di essere lui alla guida dell’auto e di essere in servizio, cosa che la Procura ha ritenuto falsa e per cui oggi il comune di Riccione si è costituito parte civile con l’avvocato Alessandro Sarti secondo il quale sono tre i danni subiti dall’Ente: erariale, di immagine e morale essendo vittima di un reato.
La sua difesa
Il commissario Saladino in una lettera inviata all’Ansa nell’imminenza del processo a suo carico, sostiene invece che dagli atti «risulta chiaramente che trattasi di un’unica multa prescritta, non anata, per la quale la Polizia Municipale di Riccione ha richiesto l’archiviazione per il decorso di due anni circa dalla data della contravvenzione elevata il 6 agosto 2009. Contravvenzione concernente la sosta in area soggetta a parcometro per la mancata esposizione dello scontrino di pagamento e che, per le disposizioni del Codice della Strada, doveva essere inviata, unitamente al ricorso presentato, entro 60 giorni alla Prefettura, non dopo quasi due anni, da qui la prescrizione. Quindi non ha anato o fatto anare alcuna contravvenzione né a parenti, amici o conoscenti; non è intervenuto o ha partecipato in alcun modo all’iter amministrativo relativo ad alcun verbale. Dagli atti di indagine non emergono elementi di prova sulla persona che ha parcheggiato l’autovettura. Risulta soltanto il ricorso, presentato il 10 novembre 2009 dallo scrivente e dalla propria consorte, quale intestataria del veicolo, avverso il relativo verbale».
N.D.
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1 commento
Alessandro il grande
gio 20 settembre 2018 08:03 rispondi a Alessandro il grandeAnnamo beeeneee...