Per notificarle il decreto di sequestro corrispondente alla somma della pensione della madre morta sei anni fa, che lei aveva ritirato fraudolentemente, i militari della compagnia della Guardia di Finanza di Manduria l’hanno aspettata allo sportello dell’ufficio postale di Firenze dove, puntuale, si era presentata per intascare l’assegno di mille euro dell’Inps. Si è chiusa così per una donna di 59 anni originaria di Torricella, in provincia di Taranto, la truffa che le ha consentito di appropriarsi indebitamente del vitalizio della sua mamma di cui era tutrice e, in quanto tale, intestataria della delega per il ritiro dell’assegno. Gli investigatori delle fiamme gialle al comando del capitano Giuseppe Lorenzo, i quali avevano scoperto la truffa controllando le banche dati di loro gestione, inseguivano da tempo la donna che grazie a continui spostamenti aveva fatto perdere le proprie tracce. La madre deceduta nel 2012 era nata a Oria, provincia di Brindisi, mentre lei risultava essere domiciliata prima a Torricella, dove era stata iscritta alla nascita, poi a Lizzano, a Firenze, a Empoli e nuovamente a Torricella. Con la collaborazione dei loro colleghi della città toscana, i finanzieri di Manduria, sapendo l’ufficio delle Poste di Firenze e la data in cui presumibilmente la truffatrice si sarebbe presentata per il ritiro dell’assegno, si sono fatti trovare lì, lo scorso 2 luglio, al posto degli impiegati. Quando la cinquantanovenne ha presentato la delega con i documenti di riconoscimento, invece del denaro si è visto consegnare dai finanzieri in borghese un decreto di sequestro preventivo firmato dal gip del Tribunale di Taranto, Martino Rosati, per un equivalente di 85mila euro, tanto quanto sommano gli assegni dell’Inps percepiti illecitamente.
Il provvedimento richiesto dal pubblico ministero Lanfranco Marazzia, sostituto della Procura della Repubblica di Taranto, scaturisce da indagini condotte dalle Fiamme Gialle finalizzate al contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica. Un risultato ottenuto grazie anche alla collaborazione dei dirigenti dello sportello Inps di Manduria che hanno fornito le informazioni necessarie da cui è emersa la truffa. Resta da capire ora quale sia stato l’anello debole, di sicuro di natura burocratica, che ha permesso all’Inps di continuare l’erogazione del vitalizio per una assistita la cui morte risultava regolarmente iscritta nel suo comune di origine, Oria. Probabilmente l’ingranaggio si è interrotto durante il passaggio tra i diversi domicili che la pensionata con la figlia tutrice avevano fatto tra vari comuni pugliesi e poi toscani. L’indagata ora deve rispondere del reato di truffa aggravata ai danni di ente pubblico.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.