Nuova udienza ieri davanti al giudice di pace sull’applicazione della tassa ex Eca applicata dal comune di Manduria e contestata da un cittadino che si è rivolto all’avvocato Daniele Capogrosso. Ieri per il comune si è costituito il nuovo difensore al posto dell’ex dirigente Aldo Marino dimessosi per fine incarico, il quale ha sostenuto la tesi del refuso, ossia un errore materiale commesso dagli uffici nel denominare le voci di spesa. L’avvocato Capogrosso ha invece ribattuto che non si può trattare di errore poiché tutti gli atti indicano l’ex-Eca come voce di spesa autonoma e come tale è stata applicata e riscossa dai contribuenti.
Il comune insiste inoltre nel ritenere incompetente il giudice ordinario, in favore del giudice tributario perchè, a suo dire, si verte in materia di tributi. In realtà, fa notare l’avvocato Capogrosso, l’azione è stata esperita come “indebito oggettivo”. Il Comune, cioè, avrebbe richiesto somme che non gli spettavano, quindi giusta la competenza del giudice ordinario. Questa vicenda getta l’ombra della responsabilità erariale in capo agli amministratori e dirigenti dell’epoca. Infatti, pur avendo constato l’errore commesso nell’addebitare il tributo ex-ECA, il Comune ha difficoltà nel riconoscere al cittadino lo sgravio ed il conseguente rimborso del tributo, perchè così facendo si creerebbe un “buco” nel bilancio del 2014, con conseguente responsabilità erariale del dirigente, ossia di Marino.
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