«L’unica strada che ci resta per bloccare il cantiere del depuratore consortile i cui lavori avanzano speditamente è quella giudiziaria». E’ l’idea dell’ex consigliere comunale di Forza Italia, Arcangelo Durante che si allinea quindi alla linea del partito dei Verdi manduriano. «Di fatto – afferma Durante - la volontà popolare è rimasta inascoltata nonostante le riuscitissime manifestazioni del 31 marzo e 7 aprile 2017 quando i risultati della protesta avevano portato ad ottenere l’opportunità di delocalizzare l’impianto da Urmo Belsito in contrada Serpenti, accordo – aggiunge - sottoscritto lo stesso 7 aprile dalla Regione Puglia, Acquedotto Pugliese, comuni di Manduria e Avetrana».
L’ex consigliere azzurro fa sapere di aver presentato autonomamente, in qualità di unico componente di Manduria del Comitato di tutela del territorio di Avetrana associato a Italia Nostra, un esposto al procuratore Carlo Maria Capristo con un dossier di otto pagine comprendete anche una denuncia presentata a settembre del 2017 alla Procura di Taranto e alla Direzione investigativa antimafia di Lecce proprio per far luce sull’episodio della mancata approvazione dell’accordo raggiunto a Bari di spostare il depuratore a «Serpenti». L’esposto presentato al Procuratore, scrive Durante, sarebbe stato proposto da Durante a tutte le associazioni e comitati come «Manduria Lab, Cecilia De Bartholomaeis, Manduria Migliore, Movimento 5 Stelle, Movimento Idea di Giuseppe Cocoe Movimento Manduria Noscia di Mimmo Breccia senza ottenere la loro adesione».
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1 commento
giorgio sardelli
ven 19 luglio 2019 02:38 rispondi a giorgio sardelliPerchè la strada della protesta non si può percorrere insieme a quella giudiziaria? più si strilla meglio è intanto va avanti la strada giudiziaria, astenersi dalla manifestazioni specie quando si rappresenta un partito o movimento politico si dà l'impressione che si è d'accordo delle cose come stanno e non di cambiarle se così fosse non sarebbe giusto nei confronti degli elettori che comunque non dimenticheranno