Alessandro Scarciglia è il vicesindaco di Avetrana, giunta a maggioranza di Forza Italia. Ha quarantadue anni, sposato e padre di due figli piccolissimi. Sua moglie è parrucchiera, lui è sottufficiale della Guardia di Finanza. Una smodata passione per la politica e per il prossimo. Da sempre il suo cuore batte a destra con simpatie mai celate, in alcuni casi, per l’estrema destra. Un passato in Alleanza Nazionale, poi Fratelli d’Italia e Forza Italia, partito che ha recentemente abbandonato perché favorevole al depuratore consortile dei due comuni di Manduria e Sava che l’Acquedotto pugliese sta costruendo in zona mare, a Urmo Belsito, proprio al confine con l’unica zona residenziale per la villeggiatura degli avetranesi.
Sul suo profilo Facebook è possibile vedere foto di Giorgio Almirante o di Teodoro Bontempo, oppure post condivisi come questo: «Essere italiani una scelta d’amore, No ius soli». Eppure, da domenica scorsa, per tutti è l’eroe dell’accoglienza dei clandestini. Il suo nome è ricercatissimo su Facebook e sui motori di ricerca. È lui che che ha «aperto i porti» a 73 profughi pakistani capeggiando la loro accoglienza, assetandoli, offrendogli indumenti e ambienti puliti, un pasto caldo e il benvenuto di un’intera comunità che lo ha seguito e, per questo, apprezzato. Non da tutti, però, perché i suoi elettori, alcuni di loro, hanno detto che cancelleranno il suo nome dalle prossime schede elettorali di quando si voterà. Sono arrivati anche insulti e frasi per niente gradevoli.
Vicesindaco, che storia è questa?
«Se si riferisce alle critiche le dico subito che è una storia stupida e inutile. Cavalcata da chi non ha idea di cosa sia il bisogno e che mischia i valori cristiani e la solidarietà con i voti di preferenza o i seggi da conquistare. Se invece vuole chiedermi perché ho fatto quello che ho fatto la risposta è altrettanto semplice e netta: ho fatto quello che ognuno di noi dovrebbe fare quando c’è una persona che chiede aiuto. Tutto qua».
Però lei non è uno qualunque. Lei rappresenta un’ideologia politica che in questo periodo in Italia rappresenta tutt’altro che la benevolenza e l’accoglienza di chi tocca le nostre coste cercando protezione e aiuti.
«Essere di destra non significa essere insensibili davanti a chi si trova in difficoltà. Un conto è la politica, altra cosa sono le circostanze che ci mette di fronte la vita. Credo che chiunque si trovi nelle condizioni in cui io e tanti altri amici e colleghi ci siamo trovati domenica, farebbe l’identica cosa. Il fatto che abbia aiutato quelle persone non significa che non sono più di destra o che sia diventato di sinistra. La carità, ripeto, non ha un colore politico. Io quando mi svesto dal mio ruolo politico sono una persona con dei valori e con dei sentimenti. Faccio parte di un’associazione che si occupa di clownterapia, periodicamente indossiamo i vestiti da clown e con la pallina rossa al naso andiamo nei reparti pediatrici per strappare un sorriso a chi soffre. Le posso assicurare che non guardiamo il colore della pelle dei nostri pazienti, il nostro compito e la nostra gioia è vederli ridere qualunque sia la loro nazionalità».
Possiamo dire allora che lei fa parte, in questo momento storico, di una destra atipica?
«Vuole arrivare a Matteo Salvini, immagino. Ne approfitto per dire che non sono un salviniano e non ho votato la Lega. E comunque non credo che Salvini si fosse comportato diversamente da noi se si fosse trovato ad affrontare una situazione come quella di domenica scorsa. O, almeno, lo voglio sperare».
Molti suoi elettori non l’hanno presa bene però. Hanno detto che non la voteranno più.
«Non credo siano in tanti e comunque a costoro dico tranquillamente che non mi pento di averlo fatto e che rinuncio volentieri al loro voto. Meglio mille volte la mia coscienza a persone come loro che per come si sono comportati pubblicamente troveranno sicuramente disapprovazione anche nei loro stessi ambienti».
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.