Dopo il refuso del comunicato stampa della Regione Puglia che l'altro ieri escludeva Manduria dai comuni che rientrano nelle Zone Economiche Speciali, ecco una nuova lettura della delibera della giunta della Regione Puglia, relatore assessore Cosimo Borraccino, che ha dato il via libera definitivo al Piano Strategico delle Zone Economiche Speciali che offre sgravi fiscali ed altre agevolazioni per lo sviluppo delle imprese comprese nelle aree cosiddette «Zes». Una misura che soddisfa tutti, almeno per ora, tranne il territorio di Manduria per il quale il consigliere regionale, Luigi Morgante, manduriano, batte i pugni denunciando «la manina» che in corso d’opera avrebbe ridotto l’area a soli 9,5 ettari contro i 98,5 previsti nella bozza originale.
La mappatura approvata dalla giunta regionale e inviata a Roma per la ratifica da parte del governo centrale, riserva all’area jonica un’estensione di 1.429,56 ettari suddivisi tra i due poli di Taranto e Grottaglie a cui vengono assegnati rispettivamente 845,55 e 584,01 ettari. Rientrano nel polo di Taranto con relativa estensione (tra le parentesi in ettari): l'area Portuale di Taranto (378,7), l'area Distripark di Taranto (63,72), l'area retroportuale Asi di Taranto (79,57), l'area retroportuale privata di Taranto (21,65), l'area Pip Talsano (34,64), l'area Pip Paolo VI (83,11), l'area Pip di Statte (39,16), l'area industriale (Asi - Comune) di Massafra (50,3), l'area Pip di Massafra (20,26), l'area industriale espansione Martina Franca (20,63), l' area industriale di Mottola (53,80).
Per il Polo di Grottaglie: l'aeroporto di Grottaglie (12,59), il Centro intermodale di Francavilla Fontana (4,96), l’area di sviluppo aeroportuale di Grottaglie 173,84), l'area Pip ampliamento di Grottaglie 16,46), l’area industriale Monteiasi (12,33), l'area Pip di Faggiano 57,27), l’area industriale di San Giorgio Jonico 114,49), l'area industriale di Manduria (9,55), l'area Pip di Francavilla Fontana (171,15), l’area Pip di Carosino (11,34). Si dice soddisfatto di questo l’assessore regionale allo sviluppo economico, Cosimo Borraccino che ha ereditato il piano dal suo predecessore Michele Mazzarano.
Com’è plasticamente evidente, escludendo la città capoluogo, i comuni della provincia più «accontentati» sono stati, nell’ordine, Grottaglie con 202,92 ettari, Francavilla Fontana con 176,11, San Giorgio Jonico con 114,49 e Massafra con 70,5 ettari. Solo briciole a Manduria, quarto centro della provincia per numero di abitanti, relegata all’ultimo posto tra tutti i comuni, anche piccoli e piccolissimi, rientranti nelle aree privilegiate. C’è da dire comunque che inizialmente il territorio Messapico era stato del tutto escluso dai benefici e solo grazie alle proteste di alcuni esponenti politici manduriani, tra i primi l’ex deputato del Pd, Ludovico Vico, la perimetrazione delle Zes ha raggiunto la zona industriale della città del Primitivo.
A battersi ancora, alla luce della insignificante opportunità concessa a Manduria, è il consigliere Morgante che ieri ha preso il telefono cercando di capire il perché di tale ridimensionamento. «Dovevano essere 98 ettari e non 9», sostiene l’esponente manduriano di Area Popolare che ripercorre così le procedure del complicato iter burocratico. «Quando era ancora assessore Mazzarano – dice – sono andato personalmente a Bari con l’allora dirigente dell’area tecnica del Comune, ingegnere Emanuele Orlando, portando al capo dipartimento dello sviluppo economico, Domenico Laforgia, la disponibilità del comune di Manduria ad inserire nelle Zes 98,10 ettari». Sempre secondo Morgante, il misterioso abbassamento a 9,5 sarebbe avvenuto tra gennaio e febbraio di quest’anno nell’interlocuzione tra uffici tecnici comunali e della Regione». Cosa sia avvenuto in quel frangente è ancora tutto da interpretare. «Ad ogni modo – conclude Morgante – forse niente ancora è perduto perché ho già preso accordi con la commissione straordinaria del comune che chiederà alla Regione Puglia una modifica al provvedimento magari sfruttando quei circa 88 ettari ancora non assegnati». Anche l’assessore Borraccino è convinto che qualcosa non abbia funzionato e che «qualche errore sia effettivamente partito dagli uffici del comune di Manduria».
Nazareno Dinoi
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