«Il costruendo depuratore sarà dotato di uno scarico su suolo, a valle delle previste attività di recupero e riuso dei reflui depurati. Tale sistema di trattamento è all’avanguardia e si pone come progetto pilota su scala europea». Così la dirigente del Dipartimento infrastrutture e ambiente della Regione Puglia, Barbara Valenzano, mette fine alla ridda di ipotesi circa il recapito finale-emergenziale del depuratore consortile di Manduria e Sava. Affrontando la dibattuta e temuta questione del fattore meteorologico che potrebbe mettere in crisi la capacità di smaltimento e filtraggio degli impianti, l’ingegnere rassicura le popolazioni che ancora resistono al progetto.«Per quanto attiene alle acque meteoriche di “prima pioggia” – dice Valenzano -, è previsto che le stesse siano convogliate nelle vasche, trattate e riutilizzate anch’esse». E se le precipitazioni dovessero essere davvero eccezionali o in caso di mal funzionamento degli impianti, la dirigente regionale tranquillizza ancora: «eventuali picchi di “seconda pioggia”, nell’ordine di 7-10 occasioni anno – afferma - saranno gestite in bypass con rilascio controllato in sistemi naturali acqua-suolo». (Il famoso ruscellamento che degrada verso il mare, NdR). Niente di improvvisato o pericoloso perché, ricorda Valenzano, «tutto funzionerà secondo quanto è previsto dal codice dell’ambiente, ossia dalle specifiche disposizioni di cui all’articolo 103 e relativi allegati».
Dove saranno fisicamente realizzate queste opere di scarico emergenziale non è dato sapere. Sempre secondo la dirigente Valenzano, il progetto definitivo del depuratore, attualmente in fase di elaborazione da parte degli uffici dell’Acquedotto pugliese, dovrebbe essere pronto entro giugno prossimo. «Nel frattempo – dichiara convinta Valenzano – i lavori potranno iniziare perché si partirà dalle opere di collegamento dal vecchio depuratore al nuovo». Sulla data di apertura del cantiere non c’è una data certa che dovrebbe essere comunque intorno alla metà di aprile così come è stato annunciato in occasione della recente audizione in commissione Bilancio richiesta dalla consigliere regionale di Forza Italia, Francesca Franzoso.
È proprio all’esponente azzurra di Torricella che l’ingegnere Valenzano ha dedicato ieri una parte della nota stampa. Rivendicando una competenza tecnica sull’argomento, l’ingegnere torna sulla «querelle relativa alle modalità di scarico finale del depuratore» e invita la consigliera Franzoso a leggere il Codice dell’Ambiente. «Altre interpretazioni normative ritenute applicabili al sistema di scarichi sul suolo in trincee drenanti, al netto del recupero dei reflui depurati, previsto nella fattispecie impiantistica a servizio del depuratore consortile di Sava e Manduria – sottolinea Valenzano – risulterebbero pretestuose e prive di ogni fondamento di verità».
La dirigente della struttura tecnica più importante della Regione Puglia ha qualcosa da dire anche a chi si lamenta di non essere ascoltato dalle istituzioni. «La Regione – dice - ha fatto del confronto con la cittadinanza e la partecipazione dei territori un metodo di lavoro e non si è mai sottratta agli incontri con i tecnici e amministratori locali per spiegare, ma soprattutto per ascoltare e valutare ogni possibile alternativa formulata».
Analizzando lo stato ambientale del territorio, l’ingegnere punta il dito sulla costa. «Il fatto realmente grave – afferma - è che attualmente tutti gli scarichi di fogna di San Pietro in Bevagna e delle marine di Manduria sono con ogni probabilità diretti in mare in quanto non esiste una rete fognaria né per le acque bianche di pioggia, né per le acque nere e non esiste un impianto di trattamento di tali reflui». Provocatoriamente conclude: «che i cittadini dimostrino di avere ciascuno una vasca imhoff di trattamento funzionante e mantenuta adeguatamente e che quindi dichiarino formalmente, attraverso una valutazione tecnico progettuale asseverata, per il tramite dei sindaci, di non necessitare di un sistema depurativo degno di tale nome a servizio degli abitati insediati nell’area». E la polemica è servita.
Gli unici a commentare ieri le dichiarazioni della dirigente Barbara Valenzano sono stati Alessandro Scarciglia (Comune Avetrana) e Mimmo Breccia(Manduria Noscia). «Confermate le nostre paure; questo rende ancora più necessario arretrare il sito del depuratore il più possibile lontano dalla costa».
Nazareno Dinoi
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1 commento
Savino
gio 21 marzo 2019 07:38 rispondi a SavinoScarico su suolo? Perché viene realizzato a 500 metri dalla costa.