Il prefetto di Roma, Paola Basilone ha firmato l’interdittiva antimafia nei confronti del gruppo Igeco Spa per presunta contiguità con ambienti malavitosi. L’interdizione emessa dalla Prefettura della capitale dove la società salentina ha la sua sede amministrativa, è stata comunicata a tutte le stazioni appaltanti tra cui il comune id Manduria dove l’impresa gestisce il servizio di raccolta differenziata e conferimento dei rifiuti. La stessa comunicazione è stata ricevuta dai comuni di Sava, Torricella e Lizzano anche loro serviti dalla Igeco Spa.
Pare che tutto sia partito dall’operazione dell’antimafia leccese che ha portato all’accesso antimafia e al successivo scioglimento e commissariamento del comune di Parabita. Il nome della Igeco compare nella relazione inviata lo scorso anno dal prefetto di Lecce al Ministero dell’Interno da cui, nel febbraio scorso, è scaturito lo scioglimento del consiglio comunale di Parabita, per infiltrazioni della criminalità organizzata. Nell’indagine del 2015 chiamata «Coltura», da cui poi è scaturito lo scioglimento del comune salentino, i carabinieri del Ros evidenziarono la presenza tra i dipendenti dell’impresa salentina, incaricata della raccolta di rifiuti nel paese, di persone legate a esponenti del clan della Scu Giannelli. Da lì sarebbero partiti approfondimenti sugli appalti pubblici affidati all’impresa dai comuni e dagli enti pubblici.
Di recente una serie di controlli a tappeto sono stati eseguiti in alcune sedi, ad opera di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza. Anche le Procure di Lecce e Brindisi hanno acceso un faro su alcuni appalti riconducibili alla Igeco. Ora la grande incognita riguarda proprio il futuro degli appalti. Nei prossimi giorni la Prefettura dovrà nominare i commissari che dovranno amministrare gli appalti in essere.
La notizia, inaspettata, giunge in un momento difficilissimo per la società alle prese con una forte crisi economica che la porterebbe ad un passo dal fallimento. Situazione problematica anche per il comune di Manduria (come Sava, Lizzano e Torricella) che dovrà decidere come gestire la complicatissima situazione. L’ingegnere comunale dirigente dell’Ambiente; Emanuele Orlando, ha avuto un breve incontro ieri pomeriggio con i commissari straordinari. I problemi sul tavolo non sono pochi. Proprio ieri mattina la Igeco aveva notificato al comune messapico una richiesta di concordato per evitare il fallimento. Ora che è subentrata l’interdizione antimafia prefettizia, in teoria la Igeco, che ha già fatto sapere che presenterà ricorso al Tar, non può più gestire nessun affare con gli enti pubblici. Già questa mattina l’ingegnere Orlando si troverà di fronte ad una difficile scelta: pagare le fatture alla Igeco che a sua volta dovrà pagare gli stipendi, o aspettare che tutta la gestione passi nelle mani del commissario prefettizio che sarà nominato da Roma? E i lavoratori, in tal caso, come prenderanno questi ritardi? Un ben grattacapo che dovrà essere risolto ad ore. Un altro aspetto da non trascurare è di natura sociale e ambientale: troncare i rapporti con la società significherebbe interrompere il servizio di raccolta rifiuti cosa, questa, praticamente impensabile.
La commissione straordinaria del comune di Manduria potrebbe a questo punto rescindere il contratto con Igeco dovendo però garantire la continuità del servizio rifiuti. Come andrà a finire non è facile prevederlo.
La considerazione da fare, amara per questa città, è quella dell’ombra della criminalità che continua ad incombere sulla gestione della cosa pubblica. Manduria sopporterà anche questa?
Nazareno Dinoi
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