Fabiola Molendini | © La VoceC’è ancora malcontento e tanta rabbia tra le mamme di studenti disabili delle scuole dell’obbligo dell’ambito sociale 7 che fa capo a Manduria e raggruppa altri sei comuni del versante orientale della provincia jonica (Sava, Maruggio, Avetrana, Torricella, Lizzano, Fragagnano). L’annunciato servizio di integrazione scolastica che sarebbe dovuto partire il primo ottobre e quindi con venti giorni di ritardo rispetto al normale calendario, non è ancora cominciato nonostante le promesse degli uffici competenti e malgrado le numerose contestazioni delle famiglie, mamme in prima fila, protagoniste di denunce pubbliche sui social e nelle sedi dei comuni. La prima ad esporsi è «la solita» mamma coraggio Fabiola Molendini di Maruggio che ieri per l’ennesima volta ha dovuto prendere atto dell’impreparazione della scuola elementare di Sava dove suo figlio, iscritto alla prima, non ha ancora iniziato l’anno scolastico a differenza di tutti gli altri. «Il primo ottobre – racconta la donna - era la data ufficiale prevista per l’inizio del servizio di integrazione scolastica così definita dal coordinamento dell’ufficio d’ambito e dei sindaci, purtroppo – prosegue- l’amara verità è un’altra: mancano completamente le figure delle operatrici socio sanitarie per nessuno dei 118 bambini speciali di nessun comune» Così per suo foglio Ludo, spiega ancora la mamma, a cui manca anche l’insegnante di sostegno. Di date certe per risolvere il problema, per ora non se ne parla. «Per quanto riguarda l’insegnante di sostegno – fa sapere ancora la mamma di Ludo - la dirigente dell’istituto mi ha detto testualmente: “entro questi giorni”. In quanto all’ambito sociale di Manduria evito di andarci perderei ancora tempo e poi non ho più voglia di farmi prendere in giro».
La rabbia della mamma-coraggio è incontenibile. «Uscite dai vostri uffici – dice rivolgendosi ai responsabili dei servizi sociali, ai sindaci e agli assistenti sociali dei comuni dell’ambito 7 -, e venite a vedere le nostre scuole, troverete una situazione di totale mancanza di dignità per l’essere umano, scoprirete che qui non c’è rispetto per la persona, per un bambino, e non c’è rispetto per noi genitori che con le vostre promesse ci fate solo perdere tempo; quella che voi amministrate – conclude la donna – non è una società che possa definirsi civile».
Come lei altri genitori di bambini disabili si stanno facendo coraggio mettendo allo scoperto la propria sofferenza e tirando fuori una rabbia per tanto tempo repressa. «Ho sempre lottato in silenzio per tutelare mia figlia dalla cattiveria umana e chi mi conosce sa che non ho mai fatto una denuncia pubblicamente», scrive una di loro. Che continua. «In questo momento sono una madre, sono la voce di tante mamme che come me vivono questo disagio, questo dolore, incomprensione, rabbia, impotenza». Lo sfogo di questa mamma si ferma ai numeri e su quello che lei definisce «insegnante di sostegno toccata e fuga” perchè costretta a dividersi tra più bambini. «Quattro insegnanti di sostegno per sette bambini disabili, è normale?».
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